Nel primo giorno d’estate del 1948, a L’Aia, si gettavano le basi per l’unione europea: un fatto storico che segnò il destino del continente dopo la guerra.
Il 21 giugno 1948 non fu solo l’inizio dell’estate. In un’Europa ancora ferita dalla Seconda Guerra Mondiale, quella data segnò l’inizio simbolico di un nuovo cammino: l’unità europea. A L’Aia, nei Paesi Bassi, si tenne il Congresso d’Europa, organizzato dal Comitato Internazionale per il Movimento Europeo, che raccolse 750 delegati da 26 paesi diversi. L’obiettivo? Discutere un futuro comune per l’Europa, basato sulla pace, la cooperazione e l’integrazione economica e politica.
Tra i partecipanti vi erano personaggi chiave della politica e della cultura del Novecento: Winston Churchill, Konrad Adenauer, Harold Macmillan, François Mitterrand. Il Congresso fu un passo concreto verso la nascita del Consiglio d’Europa (istituito un anno dopo, nel 1949) e pose le fondamenta ideologiche di quella che diventerà poi l’Unione Europea.
Il 21 giugno, dunque, rappresenta una data spartiacque. In un’epoca segnata dalla divisione e dalla ricostruzione, fu un giorno di speranza. L’idea dei popoli potessero lavorare insieme per un futuro comune, superando confini e conflitti, cominciò a prendere forma.
Oggi, nel ricordare questo evento storico, possiamo riflettere sul valore della cooperazione e sull’importanza della memoria. Perché la pace, così come l’estate, inizia sempre con un giorno preciso.