Lo certifica il primo rapporto elaborato dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque (Censia) dell’Istituto superiore di sanità, presentato oggi. L’acqua potabile nelle case italiane è sostenibile e sicura: i controlli effettuati indicano, negli ultimi 3 anni, che è conforme ai parametri di legge in quasi il 100% dei casi.
È falsa anche la credenza che l’acqua del rubinetto faccia venire i calcoli. “La formazione dei calcoli dipende in molti casi da una predisposizione individuale oppure familiare. Il calcio è essenziale per la nostra salute e ne va ridotta l’assunzione se è un medico a prescriverlo”, spiega l’Iss.
”Dai dati che abbiamo raccolto emerge che l’acqua potabile è sicura e controllata capillarmente nel tempo in tutto il Paese, conforme quasi nel 100% dei casi ai parametri di legge e con una gestione sicura delle non conformità. E’ importante che si ribadisca questo concetto, visto che secondo l’Istat quasi un terzo degli italiani non si fida dell’acqua dei propri rubinetti“, afferma Rocco Bellantone, presidente dell’Iss.
La percentuale media nazionale di conformità per tutti e 3 gli anni monitorati risulta compresa tra il 99,93% per i parametri microbiologici e il 99,95% per i parametri chimici e pari al 99,97% per i parametri cosiddetti indicatori, non direttamente correlati alla salute. Dal punto di vista locale tutte le regioni hanno mostrato percentuali di conformità molto alte, superiori al 92%. Le oscillazioni del tasso di conformità sono minime dal punto di vista della prevenzione sanitaria, che in ogni caso è stata adeguatamente assicurata.
I dati registrano comunque come regione migliore, sia per i parametri sanitari chimici e microbiologici che per i parametri indicatori, l’Emilia Romagna, seguita da Piemonte e Veneto, mentre i tassi di conformità relativamente minori per parametri sanitari sono registrati nelle province autonome di Trento e Bolzano, e, per i parametri indicatori, in Umbria e nella pa di Trento.