Se è vero che l’estate riesce talvolta a far sembrare bianco ciò che è nero e viceversa, è bene aggiungere che spesso è l’argomento stesso che mette in difficoltà chi tenta di trasmetterlo con linguaggio comprensibile anche dai comuni mortali. Sta succedendo che la politica monetaria, dall’inizio dell’anno, sia in Europa che in America, venga approcciata come l’ Araba Fenice: che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa. Fuor di metafora vuole significare che sia Powell per la FED sia Lagarde per la BCE, stanno accennando a più riprese ai mercati la volontà di Incidere profondamente sui tassi, sia del dollaro che dell’ euro. La sensazione che però quelle valute viaggino sempre più seguendo i mercati e le loro regole è in crescita. È pur vero che I fenomeni che stanno connotando genericamente il mondo contemporaneo, per diverse motivazioni spesso contorte, finiscono per Incidere comunque sul sistema produttivo, il più delle volte in maniera negativa. È In corso a Washington l’assemblea generale della NATO. Gli argomenti posti all’ordine del giorno sono diversi e di varia portata. La notizia che ha più appeal è che a bussare all’ uscio sono alcuni paesi che intendono accedere al suo interno, cioè mettersi sotto la sua protezione. Essi sono diversi per collocazione geopolitica e quindi per caratteristiche strategiche. Di conseguenza c’è un impegno di spesa che ciascun paese appartenente a quella sigla o aspirante a esserlo deve prevedere in bilancio. Sono cifre con diversi zero, alle quali si aggiungono versamenti spot, come per il caso dell” Ukraina. Per citarne uno, quello dell’ Italia, con cui la Premier Meloni si è impegnata a versare alla NATO 1,7 miliardi con la causale ” provvidenze
per l’Ucraina.’ Inutile aggiungere che l’Italia non resterà da sola a promuovere l’adesione di Kyiv alla NATO. Oltre a stampare tanta carta moneta, non dispiacerebbe se si sapesse come si intende coprire quegli esborsi. Non solo da punto di vista contabile, ovviamente.