venerdì, Marzo 21, 2025
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Antonio Di Bella smonta il mito dell’Europa disarmata: “Non è questione di resa, ma di strategia”

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A “Tagadà”, il noto giornalista analizza il dibattito sul riarmo europeo, mettendo in discussione la retorica della sottomissione.img 20250312 wa0011

L’Europa deve armarsi per non essere sottomessa? La questione è stata al centro del dibattito infuocato andato in onda nella puntata odierna di Tagadà, su LA7, con un parterre di ospiti di spicco. Tra loro, spicca il contributo di Antonio Di Bella, voce autorevole del giornalismo italiano, che ha portato un’analisi lucida e controcorrente rispetto alle posizioni più allarmistiche.img 20250312 wa0010(1)

Di Bella, noto per la sua esperienza internazionale e la sua capacità di leggere le dinamiche geopolitiche oltre la superficie, ha smontato la narrazione semplicistica secondo cui un’Europa non militarizzata sarebbe automaticamente destinata alla sottomissione. “Non è solo una questione di armi, ma di strategia politica e diplomatica”, ha sottolineato il giornalista, evidenziando come la sicurezza di un continente non possa ridursi a un mero incremento di spesa militare.

Il tema è stato lanciato dal senatore Alberto Balboni, che ha ribadito la necessità di un riarmo per la difesa del continente: “Chi vuole l’Europa disarmata la vuole sottomessa”, ha dichiarato con fermezza. Una posizione che ha trovato eco in altri ospiti come Stefania Craxi e Mauro Mazza, favorevoli a una politica di difesa più incisiva. Tuttavia, Di Bella ha offerto una visione più articolata: “Il riarmo senza una strategia chiara rischia di essere solo un’illusione di forza”, ha affermato, mettendo in guardia dai rischi di una corsa alle armi senza una visione comune.

Al tavolo della discussione anche Emiliano Fittipaldi, Pietro Senaldi, Vittoria Baldino, Alessandra Ghisleri, Alan Friedman, Giovanni Sallusti, Alessandro Zan, Leonardo Tricarico, Lorenzo Cremonesi, Alessandro Aiuti e Antonella Viola.

Ma è stata proprio la presenza di Di Bella a dare maggiore profondità al confronto, ricordando che la potenza di un’Europa unita non si misura solo in termini di arsenali, ma nella capacità di costruire alleanze e difendere i propri valori con scelte strategiche ben ponderate. Un monito che, in un momento storico tanto delicato, risuona come un invito a non cadere in narrazioni semplicistiche e polarizzanti.

L’Europa deve armarsi per non essere sottomessa? La questione è stata al centro del dibattito infuocato andato in onda nella puntata odierna di Tagadà, su LA7, con un parterre di ospiti di spicco. Tra loro, spicca il contributo di Antonio Di Bella, voce autorevole del giornalismo italiano, che ha portato un’analisi lucida e controcorrente rispetto alle posizioni più allarmistiche.

Di Bella, noto per la sua esperienza internazionale e la sua capacità di leggere le dinamiche geopolitiche oltre la superficie, ha smontato la narrazione semplicistica secondo cui un’Europa non militarizzata sarebbe automaticamente destinata alla sottomissione. “Non è solo una questione di armi, ma di strategia politica e diplomatica”, ha sottolineato il giornalista, evidenziando come la sicurezza di un continente non possa ridursi a un mero incremento di spesa militare.

 

Ma è stata proprio la presenza di Di Bella a dare maggiore profondità al confronto, ricordando che la potenza di un’Europa unita non si misura solo in termini di arsenali, ma nella capacità di costruire alleanze e difendere i propri valori con scelte strategiche ben ponderate. Un monito che, in un momento storico tanto delicato, risuona come un invito a non cadere in narrazioni semplicistiche e polarizzanti.

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