Le ipotesi si sono succedute per tutta la giornata, in un rincorrersi di voci discordanti. Ma le ultime notizia che arrivano dalla Francia sembrerebbero privilegiare la pista che, probabilmente, gli investigatori temono più di qualsiasi altra: quella del terrorismo islamico. Essendo ancora in corso le prime indagini, mentre la circolazione dei treni sta tornando lentamente alla normalità, ogni ipotesi è da prendere ovviamente con le molle. All’inizio si era parlato di terrorismo interno, qualcuno aveva puntato il dito contro i gruppi ecologisti sul piede di guerra – questo perché avevano rilasciato dichiarazioni bellicose nei giorni scorsi. Ma queste piste sembrano essersi raffreddate. Come riporta in una nota il sito Dagospia, “il sabotaggio ai treni ad alta velocità francesi è troppo chirurgico per essere opera di qualche gruppetto di ecologisti”. Le autorità francesi hanno chiesto indagini veloci e approfondite, perché il sabotaggio delle linee dell’Alta Velocità non è stata una bella presentazione per il Paese di fronte al mondo. E i Servizi francesi sono già stati criticati spesso in passato per l’incapacità di prevenire stragi atroci come quella del Bataclan.
“Ora”, scrive ancora Dagospia, “la versione più accreditata non è quella sui presunti ecologisti, quanto piuttosto la pista che porta alle numerose cellule islamiste interne al Paese, composte da cittadini immigrati di seconda generazione. Come furono anche la mattanza nella redazione di Charlie Hebdo e quella del Bataclan”. Questa ricostruzione sarebbe anche più in linea con i numerosi allarmi e avvertimenti che l’intelligence francese ha ricevuto in questi giorni dai Servizi Segreti di altri Paesi, fra cui Israele. Secondo i quali ci sarebbe la mano dell’Iran dietro la volontà di colpire Parigi proprio durante le Olimpiadi, quando tutti gli occhi sono puntati sulla Capitale. Intanto sono state rafforzate le misure di sicurezza per la cerimonia “aperta” di stasera, che si terrà lungo la Senna. In città sono dispiegati più di 50.000 agenti, ma certamente il fatto che il territorio da controllare sia vasto e che si snodi in un percorso fra le strade di Parigi non lascia tranquilli Macron e gli uomini della sicurezza.