L’autunno è tornato, lieve e profumato di terra bagnata. I nostri boschi si vestono di rame e d’oro, e sotto i rami che si piegano al vento si nascondono piccoli tesori che la natura ci regala con generosità. È la stagione delle castagne, dei funghi, dei tartufi, e di quel silenzio buono che solo il bosco d’ottobre sa custodire. Camminando tra i castagni del Mugello o del Casentino, si sente il fruscio delle foglie secche sotto i passi e il profumo dolce delle castagne appena cadute. In ogni villaggio, una sagra, un fuoco acceso, mani che arrostiscono caldarroste e bicchieri di vino nuovo che si alzano per brindare all’autunno. È una festa antica, semplice e sincera.
Più in alto, tra i muschi umidi e le radici intrecciate, si nascondono i funghi porcini, piccoli miracoli che sbucano dopo la pioggia. Chi li cerca lo sa: non si raccolgono solo funghi, ma momenti. Il silenzio del bosco, il respiro dell’aria fresca, la gioia discreta di scovare un cappello bruno tra le foglie. E poi c’è lui, il tartufo, il più misterioso dei doni autunnali. Custodito sotto la terra e trovato solo con l’aiuto dei cani, sprigiona un profumo intenso che riempie le fiere di novembre e le cucine dei borghi toscani. A San Miniato, Volterra, e nelle colline del Chianti, l’aria sa di festa e di meraviglia. L’autunno è questo: un tempo lento, fatto di piccoli gesti e grandi sapori. È la stagione in cui la natura si ritira, ma ci lascia in dono il meglio di sé.
E nei nostri boschi, tra il fumo delle caldarroste e il profumo di terra umida, impariamo ancora una volta la dolce arte dell’attesa e della gratitudine.
