La recente assemblea costituente del Movimento 5 Stelle ha rappresentato una fase decisiva, segnando una vera e propria evoluzione all’interno del partito e tracciando nuove vie politiche.
Il superamento della soglia del 50% per i quesiti sottoposti al voto online degli iscritti è stato un passaggio cruciale per avviare questa trasformazione. Tra le decisioni più significative si distingue la potenziale riduzione dell’influenza del garante, Beppe Grillo, figura fondamentale e fondatore del Movimento. Questa modifica è stata interpretata da alcuni come un tentativo di liberare il partito dalla sua originaria dominanza, generando tensioni e accendendo il dibattito interno.
Non ha tardato ad arrivare la risposta di Grillo. Con un messaggio enigmatico su WhatsApp, ha dichiarato: «Da francescani a gesuiti», allegando un’immagine della reliquia di San Francesco. Tale affermazione è stata letta come una critica all’evoluzione del Movimento, nato all’insegna di ideali di austerità e integrità, ma ora percepito come più strategico e articolato, similmente alla Compagnia di Gesù. La scelta simbolica di Grillo si connette al 4 ottobre, giornata di fondazione ideale del Movimento, sottolineando quanto il presente sembri distante da quel passato.
Giuseppe Conte, attuale leader del Movimento, ha ricevuto l’incarico di esplorare potenziali alleanze politiche. Ciò segna un distacco dalla tradizionale politica di isolamento del Movimento. Conte ha sostenuto che il M5s è pronto a “sporcarsi le mani” per dialogare con altri schieramenti politici, senza però compromettere i principi legati a legalità ed etica pubblica. Gli iscritti si sono espressi a favore di un mantenimento dell’indipendenza progressista del Movimento, pur manifestando apertura a collaborazioni fondate su accordi programmatici chiari.
Le conseguenze di queste trasformazioni sulla politica italiana sono considerevoli. Il superamento del tradizionale rifiuto delle alleanze rappresenta un notevole passo in avanti. Esponenti del Partito Democratico e di altre forze progressiste, come Alleanza Verdi-Sinistra, hanno accolto con entusiasmo questo cambiamento, considerandolo un’opportunità per dar vita a una coalizione comune contro il centrodestra. Tuttavia, il panorama rimane complesso, soprattutto nei rapporti con Italia Viva, che continua a trovare ostacoli a causa del veto del M5s in diverse regioni, come la Liguria.
Il Movimento 5 Stelle si trova così all’inizio di un nuovo capitolo, trasformandosi da movimento radicale e antisistema a partito progressista aperto al dialogo. Tuttavia, il percorso appare costellato di sfide. Contrasti interni, differenze strategiche e la necessità di ridefinire una nuova identità politica saranno fattori determinanti per il futuro del Movimento e per il suo incerto ruolo nel contesto politico italiano.