Una scivolata energica ma sul pallone, una caduta, qualche minuto a terra, e poi il ritorno in campo. Fin qui, nulla di clamoroso. Ma nel mondo dell’informazione 2.0, basta un replay fuori contesto per accendere la miccia della polemica. È quello che è successo durante una partita di beneficenza per l’UNICEF, dove Leonardo Bonucci, ex difensore della Nazionale italiana, ha effettuato un intervento deciso su Steph Houghton, storica ex capitana della nazionale femminile inglese.
Il contatto – avvenuto in una gara amichevole e senza alcuna posta in palio – è diventato virale sui social, ma soprattutto è stato strillato a colpi di titoloni da molti siti e testate online, alimentando reazioni indignate e accuse sproporzionate.
Ma basta guardare le immagini con attenzione per vedere chiaramente che Bonucci prende il pallone in pieno, senza alcuna intenzione violenta. È un intervento da manuale, forse un po’ troppo deciso per il contesto, ma assolutamente regolare.
La stessa Houghton, pur dolorante, non ha mai accusato Bonucci, consapevole della dinamica del gioco. Eppure, l’episodio è diventato il perfetto pretesto per cavalcare click, like e indignazione facile.
L’accaduto mostra ancora una volta come il confine tra cronaca sportiva e spettacolo social sia sempre più sottile. In un’epoca in cui la viralità vale più della verità, anche una partita di beneficenza può diventare motivo di scandalo, più per il bisogno di visibilità che per i fatti reali.
Una scivolata pulita trasformata in “caso” mediatico. Forse il vero fallo è quello del giornalismo sensazionalista.