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Bufera sulla Sanità Siciliana: Chiesti gli Arresti Domiciliari per Cuffaro e Romano in Inchiesta su Appalti Truccati

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Un’onda d’urto giudiziaria scuote la politica siciliana. La Procura della Repubblica di Palermo ha chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, e per il deputato di Noi Moderati ed ex Ministro, Saverio Romano, nell’ambito di una vasta inchiesta su presunti appalti truccati, prevalentemente nel settore della sanità. L’indagine, condotta dai Carabinieri del ROS e coordinata dal Procuratore Maurizio de Lucia, coinvolge complessivamente 18 indagati tra politici, dirigenti sanitari e funzionari pubblici. Le accuse contestate, a vario titolo, sono pesantissime: associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Secondo l’impianto accusatorio, il gruppo avrebbe gestito un vero e proprio “comitato d’affari occulto”, finalizzato a pilotare gare pubbliche e concorsi per ottenere vantaggi indebiti, creando un intreccio perverso tra potere politico e gestione della cosa pubblica. Uno dei capi di imputazione che coinvolge Cuffaro in prima persona riguarda la presunta manipolazione di un concorso pubblico per Operatori Socio Sanitario (OSS) presso l’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo. Gli inquirenti ipotizzano che:

  • Cuffaro e il suo collaboratore Vito Raso (anch’egli indagato) avrebbero promesso sostegno politico e favori a dirigenti dell’azienda (come Roberto Colletti, ex Direttore Generale) e al presidente della commissione esaminatrice, in cambio del trucco del concorso.

  • In cambio dei favori, Cuffaro avrebbe ottenuto il miglioramento delle condizioni lavorative di alcuni dipendenti “segnalati”.

L’inchiesta tocca anche l’assegnazione di appalti di servizi. La Procura ritiene che l’ex Ministro Saverio Romano sia intervenuto per favorire l’azienda tedesca Dussmann settore servizi di pulizia e ristorazione in cambio di futuri appalti da sub-appaltare a ditte vicine a Romano e Cuffaro, come la Euroservice. Le contestazioni a Romano e Cuffaro si concentrano sulla corruzione aggravata per atto contrario ai doveri d’ufficio e la turbativa d’asta. La notizia ha immediatamente innescato una serie di dichiarazioni da parte dei politici coinvolti, che si dichiarano estranei ai fatti.

  • Totò Cuffaro, segretario nazionale della Democrazia Cristiana Nuova, ha espresso “massima collaborazione e fiducia nella magistratura”, dichiarandosi pronto a chiarire la sua posizione. A Cuffaro è stato notificato anche un decreto di perquisizione.

  • Saverio Romano, attuale deputato di Noi Moderati, ha diffuso un videomessaggio sui social in cui si è detto “sconcertato” e ha affermato di non aver ricevuto alcuna notifica ufficiale: > “Il danno è fatto. Mi sembra una cosa abnorme, sono lontano da queste pratiche. Non so assolutamente come avrei potuto inserirmi dentro un meccanismo di turbativa, di appalti truccati.”

I Carabinieri del ROS hanno notificato a tutti gli indagati l’invito a comparire davanti al GIP per l’interrogatorio preventivo. Solo dopo tale audizione il GIP di Palermo deciderà se accogliere o meno la richiesta di misure cautelari avanzata dalla Procura. Per il deputato Saverio Romano, l’applicazione degli arresti domiciliari, se disposta dal GIP, richiederebbe anche la preventiva autorizzazione a procedere da parte della Camera dei Deputati, a tutela della sua funzione parlamentare. L’indagine, che si preannuncia lunga e complessa, getta una nuova ombra sulla gestione della cosa pubblica e della sanità in Sicilia, riaccendendo il dibattito sull’intreccio tra politica e affari nell’Isola.

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