La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha chiesto una condanna a 15 anni di reclusione per Patrizio Bosti, storico boss dell’Alleanza di Secondigliano e figura centrale della criminalità organizzata napoletana. Bosti è imputato in un processo che lo vede accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione a delinquere di stampo camorristico e altri reati legati alla gestione del racket in diverse aree della città. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’imputato avrebbe diretto e coordinato una fitta rete di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti locali, imponendo il pagamento del “pizzo” attraverso minacce e intimidazioni. Le indagini, condotte dai carabinieri del Ros e supportate da testimonianze di collaboratori di giustizia, hanno evidenziato come Bosti continuasse a esercitare un ruolo di comando anche durante i periodi di detenzione, trasmettendo ordini all’esterno tramite familiari e affiliati fidati. La requisitoria del pubblico ministero ha evidenziato la pericolosità sociale del boss, ritenuto uno dei più influenti capi dell’organizzazione camorristica che fa capo ai clan Contini, Licciardi e Mallardo. La difesa ha chiesto l’assoluzione sostenendo l’insufficienza delle prove e l’inaffidabilità dei pentiti. La sentenza è attesa nelle prossime settimane.
Casalnuovo, fermati con oltre 370mila euro in contanti: denunciati due cittadini libici
Maxi sequestro della Guardia di Finanza, indagini in corso sull’origine del denaro e possibili legami con traffici illeciti
Due cittadini libici sono stati fermati a Casalnuovo di Napoli dalla Guardia di Finanza mentre trasportavano oltre 370mila euro in contanti. Il denaro era nascosto in borse all’interno del veicolo su cui viaggiavano e suddiviso in mazzette di banconote di vario taglio. Il controllo è avvenuto durante un’attività di pattugliamento del territorio. Alla richiesta di spiegazioni sull’origine e sulla destinazione del denaro, i due uomini non hanno fornito alcuna giustificazione credibile, né documentazione che potesse provare la liceità del possesso. I finanzieri hanno proceduto al sequestro dell’intera somma e alla denuncia dei due soggetti per riciclaggio e violazione della normativa antiriciclaggio. L’ipotesi degli investigatori è che il denaro possa essere legato a traffici illeciti o al trasferimento di fondi derivanti da attività criminali. Le indagini si concentrano ora sull’analisi dei dispositivi elettronici sequestrati, sui tabulati telefonici e su eventuali legami con reti transnazionali di criminalità organizzata. L’operazione rientra in un più ampio piano di contrasto al riciclaggio di denaro e all’economia sommersa che interessa l’area metropolitana di Napoli.