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Cartoon Network, l’ultimo respiro di una leggenda dell’animazione

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Una sera d’agosto, un gruppo di animatori in nero stile Mission: Impossible ha proiettato un corto animato sulla facciata ormai spenta degli studi di Cartoon Network. La scena era tanto surreale quanto simbolica: una grande mano cercava di cancellare il logo dello storico canale, prima di essere respinta da un gruppo di operai-cartoon. Il messaggio finale era chiaro: “Cari studi: non cancellate i lavori di animazione!” Quel gesto notturno e poetico ha riacceso l’attenzione su una crisi che molti nel settore temono sia irreversibile. Cartoon Network, un tempo fucina di idee brillanti e trampolino di lancio per giovani talenti, si trova oggi in una fase di declino preoccupante. Con la fusione tra WarnerMedia e Discovery nel 2022 e il nuovo corso voluto dall’amministratore delegato David Zaslav, l’animazione sembra aver perso il proprio posto d’onore nella programmazione.

Sotto la guida di Zaslav, Warner Bros. Discovery ha tagliato serie, chiuso studi, abbandonato film d’animazione quasi completi (come Fixed di Genndy Tartakovsky, poi recuperato da Netflix) e oscurato dal suo catalogo classici come Looney Tunes e produzioni di Cartoon Network. La mossa più discussa è stata forse la decisione di escludere l’animazione per bambini dalla strategia del servizio di streaming Max, il che rende incerto il futuro stesso del canale. Eppure, paradossalmente, l’animazione non è mai stata così centrale nel panorama dell’intrattenimento globale. Titoli come Dog Man, Inside Out 2 e Super Mario Bros. – Il film dominano i botteghini; Bluey su Disney+ è un fenomeno mondiale; CoComelon e Peppa Pig macinano visualizzazioni su Netflix. Secondo Jefferies Financial Group, il mercato globale degli anime potrebbe superare i 60 miliardi di dollari entro il 2030.

Un passato glorioso, un presente incerto

Nato nel 1992 da un’intuizione di Ted Turner, Cartoon Network fu il primo canale interamente dedicato all’animazione, basandosi inizialmente sulla library di Hanna-Barbera. Ma la vera rivoluzione arrivò con la produzione originale. Sotto la guida creativa di Mike Lazzo e con iniziative pionieristiche come i What a Cartoon! Show, la rete lanciò serie cult come Il laboratorio di Dexter, Johnny Bravo, Le Superchicche, e poi ancora Samurai Jack, Adventure Time e Steven Universe.

A cavallo tra la cultura pop, la sperimentazione visiva e l’umorismo surreale, Cartoon Network divenne un punto di riferimento non solo per i bambini, ma anche per gli adolescenti e gli adulti in cerca di contenuti anticonformisti. La nascita di Adult Swim, nel 2001, diede nuova linfa al palinsesto notturno e dimostrò quanto il brand fosse capace di parlare a più generazioni.

Il tramonto

Nonostante la sua eredità culturale e l’enorme influenza sul medium, oggi Cartoon Network fatica a sopravvivere nel nuovo ecosistema digitale. Secondo PreciseTV, solo il 13% dei bambini tra i 10 e i 12 anni guarda contenuti su Max, contro il 72% di Netflix. E mentre la rete resiste all’estero – come afferma Vanessa Brookman di Warner Bros. – negli Stati Uniti il canale appare sempre più come un’eco del passato.

Le difficoltà economiche si riflettono nei dati: i ricavi pubblicitari annuali di Cartoon Network e Adult Swim sono crollati da 668 milioni di dollari nel 2014 a 133 milioni nel 2023. L’intera divisione televisiva è stata svalutata di 9,1 miliardi di dollari da Warner Bros. Discovery.

Una speranza oltre la nostalgia

Eppure, in mezzo alle rovine, rimane una comunità viva e combattiva. Giovani animatori, fan di lunga data, ex dipendenti e artisti indipendenti continuano a battersi affinché l’eredità di Cartoon Network non venga archiviata come semplice nostalgia. La rete ha insegnato che l’animazione può essere arte, satira, poesia e ribellione. E in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale minaccia anche la creatività umana, la battaglia per preservare l’identità di Cartoon Network è anche una battaglia più ampia: quella per un’animazione fatta da esseri umani, per esseri umani.

Forse, come ha detto Brookman, “Cartoon Network non è morto”. Ma certo è cambiato. La domanda, oggi, è se riuscirà ancora una volta a reinventarsi.

CHRISTIAN CASOLA
CHRISTIAN CASOLA
Christian Casola è un Cantante e Giornalista italiano, nato a Salerno il 19 luglio 1999. Diplomato in canto moderno, specializzandosi nei generi pop e lirico, ha studiato presso la Sound Music Studio sotto la guida del Maestro Angelo Russo. Dotato di un timbro vocale di tenore leggero, Christian unisce tecnica e versatilità interpretativa. Autore del libro Amen, pubblicato il 21 febbraio 2023 disponibile su Amazon, continua a distinguersi sia nel mondo musicale sia in quello giornalistico.
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