martedì, Settembre 17, 2024
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Come per gli anni scorsi, anche in questo, puntuale, é giunto Ferragosto.

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È bene inviare subito gli auguri di una buona giornata urbi et orbi. Tanto perché esiste la minaccia concreta che, l’augurio è che non avvenga mai, possa arrivare, è proprio il caso di dire, dal cielo, all’umanità qualche regalo per nulla gradito. Va da se che tutte le liturgie, religiose e laiche, non sono mancate all’appello: roghi, problemi di acqua e altri passatempi del genere hanno fatto quanto basta per non perdere la consuetudine. Non vuole essere quanto narrato appresso un esorcismo, ma qualcosa che gli somiglia da vicino particolarmente, lo è senz’altro. Il pensiero appena espresso prende forma, dalla tensione che ormai stringe sempre pìù forte tutti e ovunque, anche se non con la stessa intensità. Da precise dichiarazioni espresse negli ultimi giorni da leaders internazionali non proprio illuminati, si è evinto che, a far scoppiare la scintilla di innesco di azioni violente, nè definibili, nè quantificabili, basta tanto poco quanto niente. Questi criminali, la definizione non rende in toto l’ efferatezza del loro comportamento,
sono i capi di alcune popolazioni che in termini di violenza riescono a passare dal dire al fare nello stesso tempo occorrente a tagliare la testa a qualcuno dei loro oppositori o a chi fosse sospettato tale. Sgombrato lo scenario di fatti non proprio da giorno di vacanze, rimanendo sul territorio nazionale, sarà molto probabile inquadrare scene che erano consuete fino a metà degli anni ’60. Personaggi e interpreti intere famiglie allargate che hanno abolito con decoro la frequentazione di lidi a pagamento e luoghi di ristoro presentati come caserecci che alla fine risultano essere tutt’altra cosa. Che tale nuova via allo svago debba essere osservata con sguardo positivo deve essere considerato certamente un atteggiamento consono e opportuno. Come per gli altri accadimenti di questo mondo, ogni medaglia ha il suo rovescio. Quello appena descritto del talvolta forzato unterstadement, porta naturalmente a una diminuzione dei consumi a scapito di un settore determinante ai fini
della formazione del PIL. Esso è quello del turismo di una certa qualità, praticato da italiani e non. La metà del mese di agosto è il momento giusto per fare diversi flash che spieghino, per quanto possa essere sostanziale, cosa in realtà stia accadendo. In particolare permette di dare una lettura attendibile dei dati delle presenze di turisti, nazionali e stranieri, in visita nel Paese. In particolare di quanti hanno terminato il periodo di permanenza entro i suoi confini e di quanti ancora dovrebbero arrivarne fino alla fine della stagione turistica. Da tener presente che, per convenzione, si fa coincidere quella data con la fine dell’ anno solare. Ancora una volta, seppure esaminato a spanne, l’intero settore viaggia preceduto dal segno +. Per azzardare una considerazione di portata più ampia, l’impressione che sta venendo fuori dall’ atteggiamento del turista tipo di qualunque provenienza, è che a riprendere quota con una certa forza sono tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Essi hanno ciascuno qualcosa in comune con gli altri, provenienti da realtà socio politiche simili. Le stesse che, in un passato molto remoto, sono state amministrate da forme di governo costruite ispirandosi e confrontandosi reciprocamente. Di conseguenza la presenza dei turisti in un paese piuttosto che in un altro, sarà, nel medio periodo, sempre più condizionata dai prezzi vigenti sul loro suolo. Oggi è festa, quindi sarà bene riprendere e ampliare le considerazioni appena esposte nella seconda metà di settembre. Se non altro perchè allora si potrà ragionare a mente  fresca.
Per ora è bene cercare di farsi bastare, come generi di conforto, gli auguri di buon Ferragosto così come arriveranno. Di conseguenza sarà opportuno fare buon viso a cattivo gioco, rassegnandosi a accettare la vecchia raccomandazione usata nel contado, che a caval donato non si guarda in bocca.

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