È calata la sera su piazza San Pietro quando, poco dopo le 21, dal comignolo della Cappella Sistina si è levata la prima fumata del Conclave 2025: nera. Un segnale chiaro e inequivocabile per i fedeli riuniti in attesa davanti ai maxi schermi: nessun accordo è stato ancora raggiunto tra i 133 cardinali chiamati a eleggere il successore di Papa Francesco.
La giornata si era aperta con la tradizionale Messa Pro Eligendo Papa, celebrata nella Basilica di San Pietro. Durante lo scambio della pace, un momento ha attirato l’attenzione di molti: il cardinale decano Giovanni Battista Re si è rivolto al cardinale Pietro Parolin con un eloquente “Auguri, auguri doppi”, accompagnato da abbracci e sorrisi. Parole che, in un momento così delicato, hanno il sapore di un auspicio non casuale.
Parolin, 70 anni, originario di Vicenza, è considerato uno dei favoriti alla successione di Francesco. Attuale Segretario di Stato vaticano e figura centrale del pontificato bergogliano, è apprezzato per la sua capacità di mediazione tra le diverse anime della Chiesa: progressisti e conservatori. Membro di numerosi dicasteri e consigli, vanta un lungo curriculum nella diplomazia vaticana, con una particolare competenza in Medio Oriente e Asia.
Ora l’attenzione si sposta a domani mattina, quando i cardinali torneranno a votare. Solo una fumata bianca potrà annunciare al mondo che un nuovo Papa è stato eletto.