di Paolo Cagnoni
Nuove scintille nel governo tra Lega e Fratelli d’Italia sul tema fiscale. Al centro della polemica, le 700 mila Pec inviate dall’Agenzia delle Entrate ai titolari di partite IVA con redditi considerati “anomali”. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo (FdI), è accusato di aver adottato un approccio “intimidatorio” per spingere i contribuenti a regolarizzare la propria posizione e aderire al concordato preventivo biennale.
La strategia del viceministro Leo: obiettivo 1,2 miliardi di euro
A pochi giorni dalla scadenza per il concordato fiscale, l’operazione mira a raccogliere risorse per finanziare il taglio dell’Irpef, riducendo la seconda aliquota dal 35% al 33%. Le lettere, inviate a chi dichiara meno di 15 mila euro, informano il contribuente della possibilità di correggere il reddito dichiarato o aderire a strumenti come il concordato e il ravvedimento speciale.
Il messaggio, però, ha scatenato una bufera. Per la Lega, si tratterebbe di un’iniziativa che snatura lo spirito del concordato, trasformandolo da patto di lealtà in un meccanismo coercitivo. “Le lettere inviate sembrano bollare le partite IVA come evasori a priori”, denuncia il Dipartimento Economia del partito guidato da Matteo Salvini.
Commercialisti e opposizione in coro: “Confusione e intimidazione”
Anche le associazioni di categoria dei commercialisti criticano l’iniziativa, definendo le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate “strumenti che generano confusione e preoccupazione tra i contribuenti”. Alessia Morani, esponente del Pd, rincara la dose: “Questa è una minaccia di controlli per forzare l’adesione al concordato”.
La polemica evidenzia le divisioni all’interno della maggioranza. La Lega spinge per una maxi-rottamazione delle cartelle fiscali in 120 rate, osteggiata da Leo. Forza Italia, invece, è allineata al viceministro sul taglio dell’Irpef, ma i tempi di realizzazione restano un nodo importante e non ancora risolto.
Un equilibrio precario nel governo
La frattura tra Lega e Fratelli d’Italia sembra accentuarsi, con ripercussioni sulle priorità della riforma fiscale. Da una parte, il Carroccio critica la linea dura delle lettere; dall’altra, Leo difende l’importanza di garantire risorse per un taglio delle tasse al ceto medio. In attesa di ulteriori sviluppi, una cosa è chiara: il cosiddetto “Fisco amico” rischia di creare nuovi nemici, dividendo non solo i contribuenti, ma anche le forze di governo.