Le aggressioni nei confronti del personale sanitario continuano, nonostante le pene severe, e stavolta questo meccanismo di violenza si è scatenato contro un dirigente medico nel catanese del reparto di Pediatria del Policlinico universitario. Il dirigente medico nel suo operato si era accorto che il presunto “collega” aveva fornito false generalità del bambino accompagnato dal genitore e da una terza persona, e quando stava per chiedere spiegazioni in merito è stato aggredito, con un pugno al volto e poi colpito con calci quando è caduto a terra. Picchiato anche un altro medico che era intervenuto in sua difesa. Gli aggressori sarebbero poi fuggiti a bordo di alcuni ciclomotori, guidati da cinque-sei persone che erano li ad aspettare il responso fuori dalla struttura. Il medico ha riportato la frattura del setto nasale e altre diverse ferite ed è stato curato nel pronto soccorso dello stesso ospedale e i suoi colleghi con una prognosi di 20 giorni. Questa violenza ‘distruttiva’ non può essere generata solo perchè un medico aveva fatto presente che il bambino accompagnato da un altro medico non risultava iscritto all’ordine per ottenere un accesso al reparto più celere.
In questa società sono sempre più frequenti anche le aggressioni verbali a causa delle lunghe attese per visite o prenotazioni, rifiuto di certificazioni di malattie, discordanze sulla
prescrizione dei farmaci. A quanto pare gli effetti di questa ondata di violenza non si arrestano neanche con le pene e leggi piú severe e forse è il caso di insediare l’esercito o le forse dell’ordine dentro gli ospedali.