venerdì, Marzo 21, 2025
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Dalla Cina con efficaci strategie commerciali e modi di lavorare senza uguali fuori dalla Muraglia

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Con l’intento di non lasciarsi coinvolgere completamente dagli effetti della situazione attuale, in prevalenza di forte negatività, potrebbe essere utile dedicare attenzione, giusto quanto ne basta, agli argomenti facenti parte del menage quotidiano. Come conseguenza può essere interessante, stante la peculiarità dello stesso, il fenomeno dei negozi riconducibili ai commercianti cinesi in giro per il mondo. Per maggior precisione quelle persone provenienti dal Celeste Impero, partiti non per diporto e di ritorno a casa in tempi brevi. Quelli che sono descritti nelle righe seguenti sono emigranti nel senso più completo del termine, quindi a tempo indeterminato. Molti di essi si sono stabiliti in Italia e altri continuano a arrivare. I primi tra di essi a arrivare in Occidente, nella seconda metà del secolo scorso, destarono curiosità e diffidenza. Da qualche anno la loro presenza nel luogo che hanno scelto per avviare le loro attività è accettata senza riserve dagli abitanti del posto. Cosa ha invogliato quegli emigranti sui generis, con il consenso delle loro autorità, quindi in perfetta regola con la normativa del loro paese e di quello che li accoglie, a dare una svolta così drastica al prosieguo della loro vita, è il tema sviluppato di seguito. Per quanto riguarda la realtà Italia, bisogna andare con il pensiero all’epoca del boom economico, a colpi d’ascia al decennio a cavallo degli anni ’50 e ’60. Fu allora che le attività di commercio minuto cominciarono a perdere le loro caratteristiche di empori o bazar e a convertirsi in negozi per la vendita di prodotti specifici. Cosa fossero gli empori è presto descritto: esercizi commerciali dove si poteva trovare di tutto, talvolta anche cibarie di ogni genere. Erano la forma aggiornata, che sopravvisse fino alla conclusione degli anni ’60, degli Emporea che i Greci crearono molti anni prima dell’ inizio dell’ era cristiana. Anche in essi erano in vendita prodotti di ogni genere e la marineria commerciale del loro paese provvedeva a rifornire regolarmente quelli che i cosiddetti Coloni, loro compatrioti, avevano attivato un pò dappertutto lungo la Penisola. Molto consistente fu la loro presenza sul litorale adriatico che quei naviganti risalivano fino a Venezia. A Spinea, nel delta del Po, era attivo uno dei più assortiti su quella riva del mare. Da lì una parte dei prodotti veniva trasbordata su carri per essere consegnati fino al sud della Francia. Se ne deduce che un prototipo di trasporto intermodale esisteva già allora. Altrettanto vale per i Bazar originari della Turchia, ancora oggi in esercizio in quello stato. Ritornando in Patria, non è difficile dedurre che gli esercizi cinesi, oramai numerosi nel Paese, sia nelle città che nei villaggi anche piccoli, sono la forma evoluta delle attività mercantili prima descritte. Se ne può dedurre che hanno colmato un vuoto di una certa importanza che permette il marcato proliferare degli stessi. In parallelo con quanto fin qui scritto si può fare un ragionamento ex adverso, cercando di cogliere nel segno cosa in sostanza abbia spinto le autorità cinesi a favorire le organizzazioni commerciali che hanno scelto di lasciarsi alle spalle la Grande Muraglia. Si può provare a fare un confronto su tale realtà con le attuali multinazionali, soprattutto quelle che operano nel settore energetico. Le stesse preferiscono creare filiali operanti all’estero e non affidare la commercializzazione a operatori locali. È facile ricavarne che il Governo di Pechino ha agevolato così un canale di esportazione che fa arrivare beni anche minuti fino ai potenziali acquirenti finali di quei prodotti, a prezzi vantaggiosi e peftanto preferiti. soprattutto per essere venduti a prezzi particolarmente convenienti rispetto a quelli fabbricati in Occidente. In tempi di ristrettezze economiche il prezzo di un prodotto particolarmente ridotto, ne fa la motivazione discriminante per il suo acquisto. Così il Presidente XI e l’intero governo di quel subcontinente possono far conto anche sul gettito fiscale di quella realtà of shore. Ciò accennato, si può concludere che quanto osservato è stato estrapolato dagli economisti classici che negli anni lo hanno affinato e eletto a principio consolidato. Esso è valido ancora oggi: più un sistema produttivo è flessibile, meglio supererà le congiunture avverse. Tanto vale molto di più di tante argomentazioni politiche che restano valide solo nella testa di chi le ha concepite e di pochi loro seguaci.

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