Siamo solo a metà dell’iconica e attesissima Milano Fashion Week, che è iniziata lo scorso 25 febbraio e terminerà il 3 marzo. Gli eventi in programma ci hanno già lasciati a bocca aperta, mostrando ancora una volta come moda, tecnologia e innovazione possano camminare di pari passo. Tra gli eventi più celebrativi, la sfilata di Dsquared2 si è trasformata in un vero e proprio party di compleanno che ha fatto saltare tutti gli ospiti dalle sedie, per lo stile enigmatico e futuristico che ha portato in passerella. Il 26 febbraio, i gemelli Dean e Dan Caten, fondatori del brand, hanno festeggiato 30 anni di successi con una sfilata che ha emozionato il pubblico. La collezione ha portato in passerella abiti audaci, con tagli provocatori e dettagli che rimandavano a un’estetica di ribellione e libertà, con particolare attenzione agli accessori e alle pellicce che dominano in questa stagione. La supermodella Naomi Campbell, una delle figure più iconiche della moda mondiale, ha chiuso la sfilata indossando un body in pelle con lacci e stivali alti, accompagnata da un’acconciatura voluminosa che ha ricordato le tendenze degli anni Ottanta. A chiudere in bellezza è stata l’attrice e modella Brigitte Nielsen, che, come il colpo di scena di un film d’azione, è arrivata vestita da poliziotta e ha ammanettato il duo Caten, un segno di rivoluzione, sfrontatezza e un pizzico di eroticità che contraddistingue il brand.
Ad aprire le danze della moda, però, è stata Gucci, che ha sorpreso tutti con la scelta di colori acidi, in contrasto con l’eleganza e le silhouette famose del marchio. L’uso di tonalità accese, come il verde fosforescente, il giallo acido e il rosa shocking, ha dominato la scena, lasciando l’immaginario di un viaggio psichedelico tra look eccentrici e linee più morbide.
La Milano Fashion Week però non si muove solo in passerella. Armani, infatti, in collaborazione con Corso Como 10, ha installato un pop-up nell’omonima via per presentare la nuova collezione di scarpe, completamente incentrata sulla comodità, che riflettono il lato discreto e candido di una donna. Un’idea quindi completamente contrastante all’eccentricità di Dsquared2.
Max Mara, invece, ha portato in passerella un guardaroba dominato dal più classico degli indumenti: il cappotto. Una collezione che l’iconica Miranda Priestly del film “Il diavolo veste Prada” avrebbe adorato, grazie ai tessuti sofisticati uniti alle forme vibranti che riflettono la personalità di una donna indipendente, vivace e, soprattutto, che non si ferma davanti a nulla, proprio come la protagonista del film cult interpretata dalla grande Meryl Streep.
Manca ancora l’intero weekend prima della fine della Milano Fashion Week, pronta a sorprenderci ancora una volta con un perfetto mix di lusso, sostenibilità, innovazione e stile.
*foto del sito ufficiale cameramoda*