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Dazi pazzi

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09/04/25 – Quali prezzi aumentano con i nuovi controdazi europei, l’elenco dei prodotti che pagheremo di più

I controdazi decisi dall’Unione europea causeranno un aumento dei prezzi su diversi prodotti importati dagli Usa nei prossimi mesi: dalle motociclette ai jeans, dai prodotti di bellezza al tabacco, fino a diversi beni alimentari. Esclusi il whiskey e i latticini. Ecco quali saranno colpiti.

È arrivata ufficialmente la prima contromossa dell’Unione europea dopo i dazi imposti da Donald Trump. I controdazi approvati oggi entreranno in vigore in parte il 15 aprile, con una seconda tranche prevista per il 16 maggio e una terza per il 1° dicembre, per dare margine alle negoziazioni.

Le tariffe varranno il 25% per la maggior parte dei prodotti, e il 10% per gli altri. Colpiranno le aziende statunitensi che esportano in Europa, e quindi porteranno a un aumento dei prezzi per chi fa la spesa in Italia e negli altri Paesi Ue. Osservando la lista dei beni colpiti, ci si può fare un’idea di dove arriveranno i rialzi. Si va dalle motociclette come le Harley Davidson, gli indumenti e le calzature, ai prodotti di bellezza, a vari alimentari, il tabacco e prodotti che riguardano più le aziende industriali che i clienti del supermercato, anche se si faranno sentire in modo indiretto: componenti di acciaio e alluminio, di plastica, di vetro e di legno.

Quali prodotti costeranno di più con i controdazi europei
La lista completa dei prodotti colpiti dall’Ue include centinaia di codici commerciali specifici, ma alcuni sono più rilevanti per la maggior parte dei cittadini.

Dal 15 aprile dovrebbero scattare i controdazi sulle motociclette come le Harley Davidson, su alimentari come il mais, il riso, la frutta e il succo d’arancia, e su elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie. Ci sono anche i diamanti, tassati al 10%, e i prodotti di bellezza e cura della pelle. In più, scatteranno dazi sul tabacco, i sigari, abbigliamento (inclusi i jeans) e scarpe.

Sono tariffe che in buona parte erano già scattate nel 2018, quando Trump aveva imposto i dazi su acciaio e alluminio per la prima volta. È stato escluso, però, il whiskey: una vittoria politica per Francia, che avevano chiesto di togliere il liquore dalla lista per evitare che gli Usa rispondessero alzando i dazi sul vino. Esclusi anche i latticini e prodotti caseari.

Una seconda tranche partirà il 16 maggio. Qui sono inclusi acciaio e alluminio Usa, il pollame, il manzo, frutta, vari cereali (grano, orzo e avena), oli vegetali, uova, miele, caffè, diverse spezie, zucchero e gelati legno.

Ma anche materie plastiche, tappeti, prodotti in vetro. E beni di consumo come la gomma da masticare, il filo interdentale e la carta igienica, oltre a una seconda tornata di elettrodomestici tra cui tosaerba e aspirapolvere.

Infine, dal 1° dicembre 2025 partirà l’ultima tranche di controdazi. Qui sono incluse le noci, le mandorle (fresche o secche) e i semi di soia. Gli Stati Uniti sono grossi importatori di entrambi, e più di un analista ha fatto notare che il principale Stato esportatore di soia è la Louisiana, a maggioranza repubblicana.

Infatti, diversi prodotti sembrano essere stati inseriti nell’elenco per colpire soprattutto gli Stati che hanno votato per Donald Trump alle ultime elezioni: potrebbe essere una tattica per aumentare le tensioni politiche attorno al presidente e aumentare lo scontento nella sua base elettorale. Il manzo viene soprattutto da Kansas e Nebraska, il pollame dalla Louisiana, le lavatrici dal Wisconsin, il legname da North Carolina, Georgia e Alabama e così via.

Bisogna fare alcune considerazioni generali. Innanzitutto, i controdazi decisi oggi sono la risposta alle tariffe che gli Usa hanno imposto sull’acciaio e l’alluminio, e non su quelli “reciproci” e più ampi annunciati ad aprile. Queste tariffe restano in vigore, mentre sulle altre Trump ha annunciato una pausa di novanta giorni. Seconda cosa: anche se i controdazi europei sono del 25% o del 10% a seconda dei prodotti, non significa che quei beni costeranno esattamente il 25% o il 10% in più per chi li compra. Le aziende che li esportano potrebbero decidere di non alzare troppo i prezzi, e ridurre i loro guadagni, o comunque si potrebbero trovare altri accordi con gli importatori per non scaricare tutti i costi sui clienti finali.

Terza e ultima cosa: gli aumenti non dovrebbero necessariamente scattare subito; da quando entrano in vigore i controdazi, serviranno alcuni mesi prima che questi si facciano sentire effettivamente per le aziende. Anche se le imprese potrebbero decidere di ‘anticipare’ questa novità e alzare i prezzi da subito.

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