Si stima che il disturbo bipolare colpisca circa 80 milioni di persone nel mondo, compromettendo profondamente la qualità della vita di chi ne soffre. In Italia, la patologia riguarda oltre 1,2 milioni di individui , con una leggera prevalenza tra le donne e un esordio che si verifica spesso tra i 15 e i 30 anni . Nonostante la sua ampia diffusione, la diagnosi corretta rimane una sfida: circa il 70% dei pazienti riceve una diagnosi errata , e in media passano otto anni prima di arrivare al riconoscimento preciso della malattia. Secondo Liliana Dell’Osso , presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP), il disturbo bipolare non compromette solo l’umore, ma anche la sfera cognitiva, volitiva e neurovegetativa, con conseguenze devastanti per i pazienti e le loro famiglie. È caratterizzato da episodi di mania o ipomania , alternati a fasi di depressione , che ostacolano la capacità di gestire emozioni e relazioni sociali. Nonostante l’impatto del disturbo, la malattia è ancora spesso fraintesa, e molte persone che ne soffrono devono affrontare anche il peso dello stigma sociale . Dell’Osso sottolinea l’urgenza di migliorare le diagnosi precoci, garantendo trattamenti più efficaci e abbattendo i pregiudizi che circondano questa condizione. Una malattia che richiede maggiore attenzione. La diffusione del disturbo bipolare e le difficoltà di diagnosi evidenziano la necessità di una sensibilizzazione globale. Interventi mirati per migliorare la consapevolezza e il supporto ai pazienti potrebbero rappresentare una svolta per milioni di persone.