Un debutto che divide l’opinione pubblica. Mentre il marchio della duchessa di Sussex vola, la scelta della data solleva un polverone a Buckingham Palace.
Una bottiglia di rosé, un marchio in ascesa, e una data che pesa come un macigno nella storia della monarchia britannica. È bastato il lancio di un vino a innescare l’ennesima frattura tra Meghan Markle e la Royal Family, con un gesto che, secondo fonti vicine a Palazzo, avrebbe profondamente irritato il principe William.
1° luglio: un giorno simbolico
La miccia si accende lo scorso 1° luglio, giorno in cui il mondo ricorda la nascita di Lady Diana, icona intramontabile e madre dell’erede al trono. Una data carica di emozione, memoria e dolore per William, che ogni anno commemora con riservatezza e commozione la figura della madre tragicamente scomparsa. Proprio in quella giornata, Meghan Markle ha scelto di lanciare ufficialmente sul mercato americano il suo vino rosé, parte del brand di lifestyle As Ever, fondato di recente. Una decisione commerciale che, sotto la lente dell’opinione pubblica e degli esperti reali, si trasforma rapidamente in un caso.
Il vino va a ruba, ma la tempistica scuote la Corona
Nonostante le polemiche, il successo commerciale è stato immediato: in meno di un’ora, il rosé è andato completamente sold out. Definito come “leggero, fresco e perfetto per celebrare l’estate”, il vino ha conquistato il mercato americano, facendo schizzare alle stelle le vendite della linea firmata dalla duchessa. Ma dietro il successo commerciale si nasconde un retrogusto amaro. Secondo l’esperta di affari reali Kinsey Schofield, interpellata dal The Sun, la decisione di Meghan è stata percepita da William come un gesto “estremamente insensibile”, se non “provocatorio”. “Non è sfuggito a nessuno che il lancio di un prodotto alcolico sia avvenuto nel giorno in cui si ricorda una donna scomparsa in circostanze tragiche legate proprio alla guida in stato di ebbrezza,” ha sottolineato Schofield. “Per William, quella data è sacra. Vederla trasformata in un’operazione commerciale lascia un senso di amarezza.”
Una mossa calcolata o solo una coincidenza?
Nel Regno Unito si moltiplicano le speculazioni: si è trattato di una banale coincidenza o di una strategia di marketing ben congegnata per sfruttare l’eco mediatica della giornata? Gli analisti sono divisi, ma un punto resta fermo: la comunicazione attorno al brand As Ever è studiata fin nei minimi dettagli. La linea comprende non solo vini, ma anche prodotti artigianali come miscele per pancake, confetture, miele e tè tutti già esauriti sul sito ufficiale. Una narrativa curata, un’estetica rassicurante, eppure, sotto la superficie, il marchio continua ad alimentare tensioni che si riverberano fino ai saloni reali.
Torna l’ombra della frattura con la Corona
Intanto, indiscrezioni parlano di un re Carlo III sempre più intenzionato a ricucire lo strappo con Harry e Meghan. Ma eventi come questo rendono il percorso di riconciliazione tutto in salita. Le ferite del passato sono ancora aperte e la memoria di Lady Diana, più che un ponte, rischia di trasformarsi nell’ennesimo spartiacque tra i Windsor e i Sussex.
Un brindisi amaro
In un’estate in cui ogni sorso dovrebbe sapere di spensieratezza, il rosé di Meghan ha invece un retrogusto pungente. Tra successo commerciale e polemica istituzionale, resta il dubbio: dove finisce il marketing e dove inizia la sensibilità verso una storia familiare che appartiene anche alla nazione?Una cosa è certa: quando si parla di Meghan Markle, nulla è mai solo quello che sembra.
Un rosé nel giorno di Lady D: tra strategia e sensibilità, Meghan Markle sfiora (ancora) il confine del buon gusto
C’è una linea sottile, quasi invisibile, che separa il genio del marketing dalla mancanza di sensibilità. Ed è proprio su quel filo, teso e pericolosamente instabile, che Meghan Markle sembra camminare ogni volta che prende una decisione commerciale. Il lancio del suo vino rosé nel giorno del compleanno di Lady Diana non fa eccezione. Non si può negare il successo dell’operazione: sold out in meno di un’ora, un brand che cresce a ritmo vertiginoso, un pubblico che risponde con entusiasmo. Meghan si conferma una comunicatrice abile, una donna che conosce le regole del mercato e le sfrutta con intelligenza. Ma la domanda da porsi è: a quale prezzo? Il primo luglio, per molti britannici e soprattutto per il principe William non è un giorno qualsiasi. È una data che evoca dolore, ricordi e rispetto. È il giorno in cui nacque una donna che ha lasciato un’impronta indelebile non solo nella storia della monarchia, ma nel cuore di milioni di persone.
Scegliere proprio quel giorno per lanciare un vino simbolo di festa, leggerezza e, nel contesto, anche un potenziale richiamo al tema dell’alcol è quantomeno discutibile. Non serve essere monarchici per riconoscere che la sensibilità, in certi casi, dovrebbe prevalere sulla strategia.
Non si tratta di demonizzare Meghan Markle né di attribuirle intenzioni malevole. Ma sarebbe ingenuo pensare che una figura con un team di comunicazione esperto e una lunga esperienza sotto i riflettori non fosse consapevole del peso simbolico di quella data.
La sensazione è che il confine tra provocazione e leggerezza sia stato superato. Volontariamente o meno, questo gesto ha riaperto ferite mai del tutto guarite, rendendo ancora più difficile quel percorso di ricucitura tra i Sussex e il resto della Royal Family che re Carlo starebbe tentando di avviare.
Meghan è libera di costruire la sua immagine e il suo impero imprenditoriale. Ma la libertà, soprattutto per chi ha scelto di vivere di esposizione pubblica, comporta anche responsabilità. E quando si gioca con simboli così carichi di storia, memoria e dolore, il rischio di scivolare nel cattivo gusto è sempre dietro l’angolo. In fin dei conti, un grande comunicatore non è solo chi sa farsi notare. Ma chi sa anche quando e perché scegliere il silenzio.
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