C’è un’immagine potente che ha colpito l’opinione pubblica in questi giorni: Luigi Giuliano, un tempo boss incontrastato della camorra napoletana, oggi autore musicale, dedica una poesia dal titolo “L’amico” a Gennaro Panzuto, anch’egli ex esponente di spicco della criminalità organizzata. Un gesto simbolico, sì, ma carico di significati profondi. Non è solo un omaggio personale: è il segnale tangibile di un’umanità che rinasce, di una vita che si trasforma. Ma soprattutto è l’ennesima conferma di quanto oggi Gennaro Panzuto rappresenti un punto di riferimento per chi crede ancora che il cambiamento sia possibile.
Da “Genny ’o terremoto” a costruttore gratuito di bene comune
Gennaro Panzuto non si è limitato a voltare le spalle alla camorra. Dopo anni di militanza criminale come sicario al servizio dell’Alleanza di Secondigliano, ha compiuto una scelta radicale: collaborare con la giustizia, contribuendo in modo decisivo a decine di indagini e arresti. Ma non si è fermato lì. A differenza di molti collaboratori di giustizia che scelgono l’anonimato e una nuova vita lontana, Panzuto ha deciso di esporsi in prima persona, mettendo la propria storia al servizio della collettività. Lo ha fatto e lo continua a fare a titolo completamente gratuito, senza alcun compenso, con una determinazione che sconfina nel sacrificio.
Fondatore dell’associazione “NCO – Niente Camorra Oggi” insieme a don Salvatore Saggiomo, Panzuto entra nelle scuole, incontra i giovani, si confronta con famiglie, docenti, educatori, raccontando la verità cruda della criminalità organizzata. Non quella romanzata e spettacolarizzata dalle serie TV, ma quella fatta di sangue, dolore, inganni e solitudine. Lo fa con la forza di chi ha visto tutto, vissuto tutto e deciso di dire basta.
Un lavoro silenzioso e coraggioso, spesso sotto minaccia
Non sono mancate le critiche, le ingiurie, le minacce. Non è semplice per chi ha un passato come il suo ottenere fiducia, soprattutto in contesti dove la camorra ancora fa paura. Ma Panzuto non si è mai fermato. Ha scelto di metterci la faccia, anche attraverso i social media, diventando un punto di riferimento per centinaia di giovani che vedono in lui un’alternativa credibile. In un’intervista ha dichiarato: “I miei video servono a demolire questi giovani disperati che, ispirandosi ai boss di Gomorra, pensano di vivere in un videogioco. Non sanno di essere marionette nelle mani di persone molto più furbe di loro”.
Testimone gratuito di legalità: un esempio per le istituzioni
La vera forza di Gennaro Panzuto non sta solo nella sua testimonianza, ma nel fatto che tutto ciò che fa lo compie senza alcun tornaconto personale, senza retribuzioni, senza coperture istituzionali privilegiate. È mosso da una volontà autentica di riscatto, da una sete di giustizia e di verità che non chiede nulla in cambio. E in un’Italia in cui spesso la legalità si predica più che si pratica, il suo impegno rappresenta un faro per chi davvero vuole costruire un futuro libero dalla camorra.
Il valore della poesia di Luigi Giuliano
In questo contesto, la poesia dedicatagli da Luigi Giuliano assume un significato particolare. È il riconoscimento di un percorso autentico, di una fratellanza nuova nata non nell’illegalità, ma nella rinascita. È il segno che anche tra chi ha conosciuto il potere criminale può germogliare rispetto, gratitudine e – perché no – affetto sincero.
Un messaggio alle nuove generazioni
Gennaro Panzuto oggi è il simbolo di una verità scomoda, ma potente: nessuno è condannato per sempre al male. Il cambiamento è possibile. La legalità non è una parola astratta, ma un cammino concreto che si costruisce con scelte, rinunce, coraggio e amore per gli altri. E quando tutto questo si fa a titolo gratuito, come fa lui, allora non è solo un impegno civile. È una missione.
Chi guarda Gennaro Panzuto oggi non vede più “Genny ’o terremoto”. Vede un uomo che ha scelto di mettere la propria vita a disposizione della comunità, senza chiedere nulla in cambio. E questo, nel nostro tempo, è forse l’atto più rivoluzionario di tutti.