lunedì, Febbraio 10, 2025
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Giorgia Meloni sottolinea la centralità della politica estera nel governo italiano

Giorgia Meloni ha recentemente condiviso un video sui suoi profili social per spiegare la centralità della politica estera nel suo mandato da Presidente del Consiglio. Con una riflessione sintetica e incisiva, ha dichiarato: «Non è politica estera, è politica interna». Questa affermazione delinea una chiara visione strategica: i rapporti internazionali non sono soltanto questioni di relazioni diplomatiche, ma strumenti per garantire benefici concreti al sistema economico e sociale italiano.

Meloni sottolinea che «costruire solide relazioni per il presente e il futuro della nostra Nazione» significa aprire porte per le imprese, creare opportunità per i lavoratori e favorire l’export dei prodotti italiani. Questa diplomazia personale, fatta di incontri diretti e rapporti coltivati in prima persona, richiama lo stile già adottato da Silvio Berlusconi, che aveva fatto del “fattore umano” un punto cardine della sua politica estera. Emblematico è il parallelo con lo storico incontro di Pratica di Mare del 2002, quando Berlusconi favorì una storica stretta di mano tra George W. Bush e Vladimir Putin.

La visione di Meloni, tuttavia, non è esente da critiche. L’opposizione, guidata da figure come Elly Schlein e Romano Prodi, ha messo in discussione alcune scelte della premier. La partecipazione all’Inauguration Day di Donald Trump, ad esempio, è stata interpretata da Schlein come un segnale di isolamento dell’Italia rispetto alla posizione unitaria dell’Unione Europea. Prodi, da parte sua, ha definito il viaggio a Washington un esempio di sudditanza verso la Casa Bianca. Tuttavia, Meloni ha ribadito più volte il valore della coerenza nella sua linea di politica estera, che non guarda ai colori politici, ma alla costruzione di legami utili al Paese.

Nel video pubblicato sui social, la premier ha mostrato una serie di incontri con leader di diverse nazionalità e orientamenti politici: dal laburista britannico Keir Starmer, all’ultraliberista argentino Javier Milei, fino al presidente cinese Xi Jinping e al premier indiano Narendra Modi. Quest’ultimo, in particolare, ha condiviso con Meloni un’intesa scherzosamente ribattezzata “Melodi team”. L’impegno della premier italiana si è esteso anche a contesti complessi e delicati, come dimostra il caso di Cecilia Sala, giornalista scarcerata dal regime iraniano in tempi record, grazie all’intervento diplomatico facilitato dalla visita lampo di Meloni a Mar-a-Lago per incontrare Trump.

Questo approccio è stato definito da Meloni come un modo per «fare del mio meglio per aprire quelle porte, sapendo che il resto del lavoro lo farete voi». L’idea è quella di mettere in moto un sistema in cui la politica crea opportunità e il tessuto imprenditoriale le sfrutta al meglio.

Ieri, a conferma della volontà di rafforzare il ruolo dell’Italia anche nell’ambito europeo, Meloni ha sentito il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa per discutere del pilastro europeo della NATO. Un chiaro segnale di come la politica estera sia diventata un perno strategico per rilanciare il ruolo dell’Italia nel mondo e garantire benefici concreti a livello interno.

La strada tracciata dalla premier, quindi, punta a una diplomazia pragmatica e orientata al risultato, dove il dialogo e i rapporti personali diventano strumenti per rafforzare la posizione dell’Italia nello scenario globale.

 

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