Si è conclusa ieri a Giugliano la IX edizione del campionato nazionale SIPoESIA, una delle manifestazioni più longeve e originali dedicate alla poesia contemporanea. Otto mesi di incontri, letture pubbliche, selezioni territoriali e votazioni online hanno condotto poeti e poetesse da ogni angolo d’Italia fino alla finalissima del 16 maggio 2025, un vero e proprio Gran Galà dedicato alla parola e all’emozione dei versi. A salire sul gradino più alto del podio, conquistando il primo posto assoluto, è stato Giorgio Zapparella, autore della poesia “Spettri”, che ha saputo colpire il cuore del pubblico e della giuria.
Il successo di Zapparella non si è limitato alla vittoria formale del torneo. La sua poesia, infatti, è stata anche la più votata sul portale della rivista culturale Terra Mia, diventando in breve tempo uno dei testi più letti e condivisi della manifestazione. A ciò si è aggiunto il plauso della critica e il premio della giuria di qualità, che hanno premiato “Spettri” come miglior componimento per forza evocativa, originalità e capacità di raccontare l’invisibile che attraversa le nostre vite. Un consenso unanime, dunque, che ha reso quella di Zapparella una vittoria netta e profondamente sentita.
Ma ciò che rende ancora più significativa questa affermazione è la storia personale del vincitore. Giorgio Zapparella non è un intellettuale di professione, non ha alle spalle studi accademici né pubblicazioni in case editrici blasonate. Vive a Calvizzano, piccolo comune in provincia di Napoli, e lavora come benzinaio presso una stazione di servizio della zona. La poesia, per lui, è una passione coltivata nei ritagli di tempo, nei silenzi della notte, tra un turno di lavoro e l’altro. Non ha mai pubblicato un libro, ma ha partecipato con costanza a concorsi letterari locali e nazionali, distinguendosi per l’intensità dei suoi testi e la semplicità con cui riesce a dare voce a emozioni universali.
“Scrivo da quando ho 17 anni, ma non ho mai pensato che qualcuno potesse prendermi sul serio”, ha detto con voce emozionata al termine della cerimonia di premiazione. “Per me è già tanto vedere la gente fermarsi a leggere quello che ho scritto. Se poi riesco a farli pensare, o anche solo commuovere per un attimo, allora sento di aver fatto qualcosa che vale.” Le sue parole, semplici e sincere, hanno strappato un lungo applauso al pubblico presente in sala, composto da poeti, giurati, giornalisti e cittadini comuni.
La poesia “Spettri” affronta il tema della memoria e dell’assenza, toccando corde intime e profonde. È un testo che racconta i fantasmi che ci abitano, le persone che abbiamo perduto, le cose non dette. “Non è una poesia triste – ha spiegato Zapparella – ma una poesia che guarda in faccia il vuoto e lo trasforma in parola, in possibilità di ascolto.” La forza del testo risiede proprio in questo: nella capacità di raccontare l’umano senza artifici, con una lingua pulita, diretta, ma ricca di immagini e suggestioni.
L’intera comunità di Calvizzano si è stretta intorno al suo poeta, celebrando un successo che non riguarda solo un individuo, ma il valore collettivo di chi crede ancora nella cultura come strumento di riscatto e crescita. In un tempo in cui la poesia è spesso relegata ai margini dell’interesse pubblico, il cammino di Giorgio Zapparella rappresenta un esempio luminoso di come il talento possa emergere anche fuori dai circuiti ufficiali, anche laddove non ci sono riflettori ma solo passione autentica.
La manifestazione SIPoESIA si conferma, così, come un’importante vetrina per le nuove voci del panorama poetico italiano. Ogni edizione racconta storie diverse, ma tutte accomunate dall’amore per la scrittura e dal desiderio di condividere emozioni. E quest’anno, grazie a Giorgio Zapparella e alla sua “Spettri”, la poesia ha trovato un volto nuovo, autentico, forse inaspettato, ma capace di lasciare un segno profondo.
La poesia vincitrice
SPETTRI
Pezzi di vetro,
come
frammenti di stelle
brillano
sull’asfalto bagnato,
nero com’è
mi lascia sospeso
in una galassia infinita,
tra le strane atmosfere
che la vita ci da! …
Solo un giornale
con notizie di tanto
tempo fa
si aggrappa smarrito
ai miei piedi,
vorrebbe suggerirmi
versi nuovi,
ma non resiste
ai viaggi del vento
e con lui se ne va.
L’anima è nera stasera,
si aggira tra gli angoli bui
di questa città
dove un lampione spento
con calma la custodirà
fino al mattino.
Sono un fachiro
che affanna
su carboni ardenti
con mille spilli nel cuore
e un fazzoletto
stretto tra i denti.
Prestami
quel lenzuolo bianco
che ti scalda il cuore,
viaggerò
come un fantasma
sospeso nel tempo,
magari lontano da qui
o tra il traffico
di questa Città
forse a cercare
la strada giusta
che mi calmerà.
Strana la luna stasera,
un viso pallido Il mio,
come un faro sfocato
tra scintille danzati
e fuochi impazziti,
mi scaldo le mani
prima di stringere le tue.
Tutto è pronto
per lasciar spazio
all giorno nuovo,
ripongo il lenzuolo,
su piatti sporchi
e tanti sogni
lasciati a metà.
Ritorno quello di sempre
uno spettro
tra le anime
che cercano la luce
tra queste oscurità.