mercoledì, Giugno 18, 2025
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Gragnano, sequestrate 200 piante di cannabis: blitz dei carabinieri in un terreno agricolo isolato

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Un’operazione mirata dei carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia ha portato alla scoperta e al sequestro di una piantagione di cannabis composta da circa 200 piante, coltivate illegalmente in una zona rurale e difficilmente accessibile del territorio di Gragnano. Il blitz è scattato nelle prime ore del mattino, al termine di un’attività investigativa avviata da alcune settimane, grazie anche a segnalazioni anonime e a un attento monitoraggio del territorio attraverso droni e ricognizioni aeree.

Le piante, dell’altezza media di un metro e mezzo, erano state coltivate in modo accurato su un terreno agricolo terrazzato situato in una zona collinare, a ridosso del confine tra Gragnano e Pimonte, lontano da abitazioni e vie di passaggio. Il sito, raggiungibile solo tramite stretti sentieri sterrati, era stato scelto con cura proprio per evitare controlli e attirare l’attenzione delle forze dell’ordine. Tuttavia, alcuni movimenti sospetti notati da residenti della zona e il passaggio anomalo di persone e veicoli nei pressi dell’area hanno insospettito i militari, che hanno avviato indagini e appostamenti.

Nella giornata di lunedì, è scattato il blitz: una decina di carabinieri, coadiuvati da unità del nucleo forestale e da personale specializzato nella ricerca di coltivazioni illegali, ha cinturato la zona e ha proceduto all’identificazione del terreno. All’interno, sono state rinvenute 200 piante di cannabis indica, in piena fioritura, distribuite su più filari con un sistema rudimentale ma efficace di irrigazione a goccia collegato a un serbatoio d’acqua nascosto tra le rocce.

Il valore stimato della droga, una volta immessa sul mercato illecito, si aggira intorno ai 150mila euro, tenuto conto della qualità delle piante e della possibilità di estrarne diversi chilogrammi di sostanza stupefacente. L’intera piantagione è stata sequestrata e le piante sono state estirpate e trasportate in un luogo sicuro per la successiva distruzione, come previsto dalla normativa vigente.

I carabinieri hanno anche avviato accertamenti per risalire all’identità dei responsabili della coltivazione. Al momento, non si registrano arresti, ma sono al vaglio alcune testimonianze raccolte tra agricoltori e pastori della zona, che avrebbero notato negli ultimi tempi la presenza insolita di persone sconosciute, spesso munite di attrezzi da giardinaggio e taniche d’acqua.

Secondo gli investigatori, dietro l’operazione potrebbe esserci un’organizzazione locale, dedita alla produzione e allo spaccio di stupefacenti nella zona dei Monti Lattari. L’ipotesi è che la cannabis fosse destinata non solo al mercato napoletano, ma anche a quello costiero, in particolare durante la stagione estiva, quando aumenta la domanda di droga da parte dei turisti.

Il comandante della compagnia di Castellammare ha sottolineato come l’intervento rappresenti un’importante operazione di contrasto alla filiera dello spaccio, che parte proprio dalle coltivazioni clandestine. Ha inoltre ribadito l’importanza della collaborazione dei cittadini, la cui attenzione e le cui segnalazioni si rivelano spesso decisive per colpire le attività illegali che si nascondono nelle pieghe del territorio.

L’area in cui è avvenuto il sequestro verrà ora sottoposta a ulteriori controlli, anche con l’uso di droni e pattuglie a cavallo, per evitare che venga nuovamente utilizzata a fini illeciti. Il terreno, risultato formalmente incolto e intestato a una persona al momento non reperibile, è stato posto sotto sequestro probatorio. Gli inquirenti stanno lavorando per stabilire eventuali legami tra il proprietario e i responsabili della piantagione.

L’episodio conferma come l’area dei Monti Lattari e del Vesuviano resti strategica per le attività connesse alla coltivazione e alla trasformazione della cannabis, favorita dalla conformazione del territorio, dal clima favorevole e dall’esistenza di numerosi terreni isolati difficilmente accessibili. Le forze dell’ordine promettono una vigilanza sempre più attenta e mirata per arginare un fenomeno che, nonostante i continui sequestri, continua a rappresentare una fonte di guadagno per la criminalità locale.

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