di Paolo Cagnoni
Fra il fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo e l’attuale leader del partito, Giuseppe Conte, volano gli stracci ormai da tempo. L’ultima puntata di questa battaglia interna per il futuro del movimento ha visto un attacco durissimo del comico genovese all’ex Presidente del Consiglio. Una questione non trascurabile, perché Grillo dei 5 Stelle è ancora il garante. Come scrive Cesare Zapperi sul Corriere della Sera, si tratta di “un attacco ad alzo zero contro il Presidente a 5 Stelle, che sinora ha snobbato Grillo relegandolo a figura qualsiasi”. Ma il fondatore del movimento non ci sta, e stavolta il suo sembra essere un out out in piena regola.
“Ormai è chiaro come il sole”, ha scritto il comico sul suo blog rivolgendosi ai simpatizzanti e agli attivisti. “A ottobre vi troverete di fronte a un bivio, costretti a scegliere fra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso, e non da politici di professione. La seconda è quella di Giuseppe Conte”. Grillo tenta di preservare l’idea originale che lo aveva portato, insieme a Gianroberto Casaleggio, a fondare una nuova formazione politica.
I PRINCIPI FONDATIVI
“Quando parliamo di principi fondativi”, prosegue il comico, “stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni”. A questo punto, Beppe lancia l’attacco più pesante e diretto all’attuale leader: “Ad oggi non mi sembra che si stia compiendo un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di completamente nuovo che nulla ha a che spartire con il Movimento 5 Stelle”. Grillo va anche oltre. E la sua diventa una minaccia più concreta.
Riferendosi a un precedente messaggio in cui chiedeva di non modificare nome e simbolo del partito, scrive infatti: “Ora, esplicito ancora di più quanto avevo già inteso fare con quel post, purtroppo ignorato dal Presidente Conte: esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di garante, ossia custodire i valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 Stelle. E quindi, ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome e il simbolo e la regola dei due mandati“. Per aggiungere infine, come post scriptum, che “è vero che nessuno deve temere una comunità che discute… ma nemmeno chi decide liste bloccate e abbracci mortali senza discuterne con la comunità”.