La guerra tra Ucraina e Russia continua incessantemente su entrambi i fronti e, mentre nella giornata di ieri (sabato 14 settembre) è avvenuto uno scambio di 206 prigionieri di guerra (103 ucraini e altrettanti russi), a Washington è tempo di riflessioni sull’invio di missili a lungo raggio a supporto di Kiev.
Difatti, venerdì 13 settembre è avvenuto un vertice nella capitale statunitense tra USA e Gran Bretagna. Il presidente americano Joe Biden ed il premier britannico Keir Starmer hanno confermato il loro supporto all’Ucraina di Volodymyr Zelensky, ma si starebbero ancora confrontando sull’utilizzo di armi occidentali in territorio russo.
Stando a quanto appreso dal New York Times, gli USA sarebbero propensi ad autorizzare l’uso di missili occidentali a lunga gittata sul territorio russo, a condizione che non vengano utilizzate armi inviate dagli Stati Uniti. Tuttavia, il portavoce del consiglio nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che non ci sarebbe alcun cambio nella politica statunitense sulle armi a lungo raggio in favore di Kiev.
Joe Biden e Keir Starmer
Nonostante queste dichiarazioni ed il temporeggiamento da parte di USA e Gran Bretagna, l’ok all’invio sembra in dirittura d’arrivo. Inoltre, cinque ex ministri della Difesa ed un ex premier britannici (Grant Shapps, Ben Wallace, Gavin Williamson, Penny Mordaunt, Liam Fox e Boris Johnson) avrebbero incoraggiato il primo ministro Starmer ad autorizzare l’utilizzo dei missili da parte di Kiev, anche senza appoggio degli Stati Uniti. A riportarlo è il Sunday Times.
Invece, arrivano pareri negativi da Germania e Italia. Il cancelliere Olaf Scholz ha affermato che la Germania non acconsentirà all’utilizzo di armi tedesche nel territorio russo da parte di Kiev. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è espresso contro l’invio di materiale militare italiano al di fuori dell’Ucraina.