sabato, Luglio 19, 2025

I danni di guerra

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Per la maggior parte delle nazioni una questione annosa è da tempo ancora aperta, perché bisognevole di adattamenti caso per caso. È quella del sostegno da dare ai propri abitanti se lesi da un conflitto. Sia in caso di vittoria che di sconfitta del paese, un governo che si trovi in carica in quel tempo, deve assumersi l’onere nei confronti dei cittadini di aiutarli a riprendere un tipo di vita che si avvicini a quella condotta prima dell’ inizio dei combattimenti. Volendo definire a ampio raggio tale attività, la si può riassumere come l’insieme dei provvedimenti diretti e indiretti che vengono adottati come ristoro delle perdite che risulteranno dalle specifiche ricognizioni a armi riposte. Tale attività considera tutto quanto di negativo abbia subito una popolazione nel corso di un conflitto che in qualche modo la abbia coinvolta, sia in caso di vittoria che di sconfitta. È comunque doveroso accennare che la cosiddetta “economia di guerra” cerca di regolamentare anche quelli che sono, seppur discutibili, i profitti originati da situazioni di belligeranza.
Fin qui quanto è accaduto, cioè riferito a vicende già concluse. Attualmente l’osservazione si arricchisce di particolari significativi già fin d’oggi, quando i vari conflitti accesi stanno continuando a ardere senza nessun accenno a volersi spegnere. In tal modo procedono nel prendere corpo episodi deprecabili che fanno seriamente riflettere sul se e sul come possa essere fronteggiata una situazione del genere. Particolare ancor più importante è quello che, per diverse circostanze, rende un fatto nuovo ogni fenomeno legato al tenore di vita di una comunità, in modo particolare se agganciato al corso di una moneta, verificabile in un determinato momento. Quelli che sono appresso descritti i fatti. Mai come prima d’ora, anche in guerre che vedevano pochi alleati fronteggiarsi, a essere influenzato da quanto stava accadendo era stato un numero limitato di valute. Tanto si sta’ verificando in quanto l’Euro ha sostituito la circolazione del denaro specifico di molti paesi della UE. Solo per memoria, alla fine dell’ultima guerra, all’inizio degli anni ’50, furono numerose le operazioni di tipo valutario che si dovettero mettere a punto perché il Piano Marshall cominciasse a funzionare. Unicamente per riproporlo all’attenzione di chi oggi è nell’età giusta, in vari paesi che si trovarono a essere alleati degli USA, una manovra di tipo monetario era già stata adottata, precisamente la messa in circolazione di una particolare tipologia di biglietto di banca, in Italia denominato AMlira. Il Paese, in breve, dovette sopportare una serie di disagi di cambio della propria moneta espressa in lire, culminata con un finale a dir poco esoso: la restituzione in dollari al governo USA del valore corrispondente all’intera somma di quella che era semplicemente normale carta stampata, senza alcun controvalore. Alla fine l’Italia dovette mettere in bilancio il pagamento del controvalore di quell’ operazione espresso in dollari, dopo aver incassato la sua quota del Piano Marshall… Ritornando a questi giorni, si può avvertire fin d’ora quanto disagio sta arrecando agli stessi protagonisti il vento di guerra che li sta scuotendo. Le agenzie di rating d’Oltreoceano hanno iniziato a declassare anche l’intero sistema produttivo americano americano, ridimensionando aspettative, anche a medio termine, della stessa nazione a stelle e strisce. Altrettanto, in maniera più accentuata, era già avvenuto per la Russia e, poco prima, per Cina e Giappone. Al momento resiste l’India, tenuta unita da un insieme di contraddizioni che finiranno con il venire allo scoperto non a lungo. L’interrogativo che alla fine scaturisce dalla serie di concetti appena espressi, certamente sarà reso ancora più preoccupante per il mondo intero: chi pagherà il conto di tutto il disastro che già da ora si sta creando ? Si accettano scommesse sul nome di chi o di quanti saranno capaci di compiere tale prodigio.

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