Il 2025 sta andando a regime di crociera.
È passata una settimana da quando è iniziato- secondo i criteri astronomici, quelli che determinano l’impostazione del calendario, per essere più chiari -e già si è riproposta chiara all’umanità la bozza del da farsi. Essa è composta da due sezioni, la prima che riguarda i nuovi impegni, già abbozzati dal Governo nel programma, la seconda contiene quanto è rimasto incompiuto nello scorso anno e pertanto riportato a nuovo. Per obiettività, mettendo così la parola fine alle molteplici e molto spesso sterili polemiche, finalmente in ATI- Alitalia si insedierà al posto di comando un CEO tedesco, scelto dal nuovo proprietario della linea aerea italiana, la Lufthansa. I buoni propositi del vettore tedesco sono molti e di rilievo e, risultato più importante, chiude un rubinetto che faceva scorrere, non sempre verso mete del tutto giuste, sempre più linfa (soldi) presi dalle casse del Tesoro. La vera sfida partirà tra qualche giorno, quando dalle parole si dovrà passare ai fatti. Altra carne, come è noto, è a cuocere sulla graticola del Ministero per l’Economia. Il problema più difficile da gestire per il titolare di quel dicastero è che tutto quanto è sul fuoco è diverso e richiede, per ogni suo pezzo, tempi e procedure diverse. Così uno di essi, probabilmente quello di maggior pregio, l’ ILVA di Taranto, è in trepida attesa di una ripresa concreta e pressante da parte del Ministro appena citato. Tanto al fine di uscire dal limbo dove si trova confinata ormai da tempo immemore. Come quello appena accennati, un’ altra miriade di casi sono sui tavoli di quel Ministero in attesa che qualcuno degli addetti ai lavori decida seriamente almeno di tentare di intraprendere l’opera di resurrezione. Quanto espresso descrive in maniera più che semplice vertenze già note. Come se quella pletora di situazioni disastrate non bastasse a tenere in ansia molte famiglie, delle quali uno o più componenti rischiano di perdere il posto di lavoro, un altro segnale di allarme si è presentato tra la fine dello scorso anno e l’inizio del corrente. Il settore terziario, specialmente i grandi gruppi della GDO (catene di supermercati), italiani e esteri, stanno informando della decisione ormai presa di ridimensionare il numero di punti vendita presenti soprattutto nel Paese, ma anche altrove fuori dai confini. È una notizia molto preoccupante, perché segnale che la ripresa sostanziale della spesa degli italiani dopo la vicenda Covid e le altre, tragedie di genere diverso ma altrettanto sconvolgenti della dinamica dei bilanci familiari, sia ancora in gran parte da venire. Quello appena iniziato lascia credere che non sarà del tipo che la Corona Inglese definì “horribilis”, ma non sarà nemmeno facile perché si riprenda a lavorare sul serio. Ora più che mai, strategia e tattica devono essere usate combinate dopo essere state misurate ciascuna con la bilancia di precisione. Del resto, alla bocciofila del villaggio é molto usato il vecchio detto che invita a ricordare che “chi ben comincia è a metà dell’opera”
Dai campi fa da ecco una versione un po’ più azzardata, che vuole che una qualsiasi operazione annunciata, sia corroborata dal pensiero “detto è mezzo fatto”. Per prudenza sarà bene attenersi alla versione originale.