Nel tentativo di risolvere il persistente problema del sovraffollamento carcerario e al contempo tutelare il diritto all’affettività dei detenuti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) sta preparando una nuova circolare che mira a uniformare l’applicazione di misure che consentano ai detenuti di mantenere rapporti affettivi significativi con i loro familiari.
Il sovraffollamento nelle carceri italiane è da anni una questione irrisolta che ha creato gravi difficoltà in termini di sicurezza, condizioni di vita e, non meno importante, il diritto alla dignità delle persone recluse. Tra gli aspetti più complessi di questa problematica vi è proprio l’impossibilità di garantire ai detenuti la possibilità di mantenere i legami affettivi, elemento cruciale per la loro riabilitazione e reinserimento sociale.
La circolare che il DAP sta preparando si propone di promuovere l’omogeneità nell’applicazione di misure per garantire il diritto all’affettività, senza discriminazioni tra i diversi istituti penitenziari. Tra le misure previste vi è una maggiore facilitazione nei permessi per le visite familiari, in particolare per quei detenuti che si trovano in carceri con una grave situazione di sovraffollamento. L’obiettivo è di favorire l’instaurarsi di relazioni positive che possano essere un elemento di sostegno durante il periodo di detenzione.
Inoltre, la circolare prevede un’attenzione particolare alle modalità di visita, incentivando l’uso di tecnologie come videoconferenze, laddove non sia possibile garantire una presenza fisica. Questo tipo di comunicazione digitale, sebbene non possa sostituire completamente il contatto diretto, si è rivelato un valido strumento per ridurre il senso di isolamento dei detenuti e per rafforzare i legami con i familiari, in particolare in periodi come quello della pandemia, quando le visite sono state limitate.
Un altro aspetto innovativo della circolare è l’incentivazione di forme di comunicazione più frequenti e strutturate tra i detenuti e i propri familiari, che possano andare oltre la semplice corrispondenza cartacea. La lettera, ad esempio, rimarrà uno degli strumenti principali, ma si intende promuovere anche forme di comunicazione più dinamiche, come le telefonate o l’introduzione di spazi di socializzazione all’interno degli istituti penitenziari, ove possibile.
L’approccio del DAP si inserisce all’interno di una visione più ampia di riforma del sistema penitenziario, che vuole conciliare la necessità di sicurezza con quella di garantire diritti fondamentali ai detenuti. Il diritto all’affettività non solo favorisce il benessere psicologico dei reclusi, ma può anche giocare un ruolo determinante nel loro processo di recupero e reintegrazione nella società una volta scontata la pena.
In attesa della formalizzazione della circolare, il DAP ha già avviato incontri con le istituzioni penitenziarie per raccogliere le osservazioni e le proposte dei diretti interessati. Con questo passo, il Dipartimento punta a rendere le carceri italiane luoghi che non solo puniscono, ma che favoriscano il cambiamento e il reinserimento dei detenuti nella società.