giovedì, Gennaio 16, 2025
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Il disordine socio economico, precursore di eventi anticipatori dell’ instaurarsi di totalitarismi di ogni genere.

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A quanto di spiacevole dal punto di vista politico si sta verificando nella UE, ultima in ordine di tempo la Francia con una crisi di governo che sta tenendo sulle spine, oltre le autorità di Bruxelles, anche quelle di ciascuno stato membro, sono venuti a galla torbidi che non interessano solo gli abitanti del luogo, mandando segnali inquietanti soprattutto a Ovest. In Romania le elezioni politiche sono state annullate dalla Corte Costituzionale, perchè le stesse sarebbero state condizionate- si legga guidate -dal Cremlino. La situazione di quel paese sta facendosi particolarmente delicata. Lo stesso, fin’ora si era distinto per essersi nel tempo tenuto a stretto contatto con l’ Occidente, soprattutto per i rapporti commerciali, e aver mantenuto immutato nel tempo un segno distintintivo di quando era, con il nome Dacia, una delle colonie dell’ Impero Romano. Traiano, l’imperatore che succedette a Diocleziano, riuscì dove il predecessore aveva dovuto desistere: l’annessione di quel territorio all’ Impero di Roma. Successivamente ne fece un avamposto per proseguire ancor più verso oriente, al fine di ampliare i confini del dominio dell’Urbe sulla Terra fino a allora conosciuta. Una testimonianza di tutto rilievo é data dall’ aver essa mantenuto in uso ancora oggi l’alfabeto occidentale. Ciò riportato
si apre la strada per qualche commento della situazione locale, se non coniugata al tempo presente, certo non oltre il passato prossimo. In pratica Bucarest non ha mai concesso alla Santa Madre Russia di poter esercitare qualsiasi tipo di potestà su stessa. A correggere tale affermazione interviene la constatazione che l’antica Dacia da sempre è tenuta a freno dal regime di turno del paese delle steppe perché non si lasci tentare completamente dalle sirene occidentali. Tanto perché la governance locale, tra gli altri indicatori, continua a prendere atto che il rapporto di collaborazione, anche commerciale della locale casa automobilistica Dacia, concluso nella seconda metà del secolo scorso con la omologa francese Renault, sta portando vantaggi rilevanti
soprattutto alla prima. A tutti gli effetti, chi compra un modello della marca rumena, può star certo che essa è stata costruita secondo standard europei. Non è un pensiero remoto, quello che la collaborazione di uno stato limitrofo con stati che hanno la disponibilità a importare parte della produzione dello stesso, rischia di allargarsi a altri settori. I mercati funzionanti in regime di libera concorrenza, per cui, sempre in base alla correttezza commerciale degli interlocutori, non pongono limiti a quell’attività. Certo Putin considererà tutto ciò un affronto al suo pensiero in materia. Il tempo (Kronos) non soffre di tali paturnie e premierà chi, alla fine, degli screzi, potrà dimostrare che, in tempi non sospetti, era già dalla parte della ragione. Chi vivrà vedrà, visto che si prevedono tempi per la risoluzione delle questioni accennate avanti, piuttosto lunghi.

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