giovedì, Gennaio 16, 2025
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IL LEGAME TRA IL GRASSO VISCERALE E L’ALZHEIMER: UNA SCOPERTA CHE APRE NUOVE POSSIBILITÀ DI PREVENZIONE

Il collegamento tra grasso corporeo e cervello è ormai noto da tempo, ma una nuova ricerca ha portato alla luce un elemento in più che potrebbe essere cruciale nella prevenzione del morbo di Alzheimer. Secondo gli studiosi, chi accumula maggiori quantità di grasso viscerale, ossia quello situato all’interno dell’addome e attorno agli organi vitali, potrebbe essere esposto a un rischio significativamente maggiore di sviluppare questa malattia neurodegenerativa. Non solo: la scoperta suggerisce che i primi segni di rischio potrebbero manifestarsi addirittura 20 anni prima dell’insorgere dei sintomi.

Cos’è il grasso viscerale?

Per comprendere meglio la relazione con l’Alzheimer, è importante definire cos’è il grasso viscerale. Questo tipo di grasso, che viene anche chiamato grasso addominale, si trova più in profondità nel corpo, tra gli organi interni e la parete addominale. È diverso dal grasso sottocutaneo, che si accumula appena sotto la pelle. Il grasso viscerale è noto per essere un fattore di rischio non solo per l’obesità, ma anche per malattie cardiovascolari, diabete e, come dimostra questo nuovo studio, anche per malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

I risultati della ricerca

Lo studio, condotto dalla dottoressa Mahsa Dolatshahi e dai suoi colleghi del Mallinckrodt Institute of Radiology della Washington University School of Medicine di St. Louis, ha rivelato che una maggiore quantità di grasso viscerale è associata a livelli più alti di amiloide nel cervello, una delle principali caratteristiche patologiche dell’Alzheimer. La ricerca ha coinvolto 62 persone sane, di età media di 50 anni, che sono state sottoposte a risonanza magnetica, tomografia a emissione di positroni (PET cerebrale) e a una valutazione completa del loro metabolismo.

I risultati sono stati chiari: le persone con livelli più elevati di grasso viscerale presentavano una maggiore concentrazione di amiloide nel cervello, un segno distintivo di Alzheimer. Inoltre, è stata osservata una maggiore resistenza all’insulina e un abbassamento dei livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL), entrambe condizioni associate a un aumento della presenza di amiloide nel cervello.

Prevenzione: ridurre il grasso viscerale per proteggere il cervello

La scoperta ha importanti implicazioni per la prevenzione dell’Alzheimer. Quando si tratta di malattie che dipendono da fattori di rischio modificabili, come nel caso dell’obesità viscerale, è fondamentale intervenire tempestivamente per ridurre i rischi. Secondo gli autori dello studio, adottare uno stile di vita più sano, che preveda una dieta equilibrata e attività fisica regolare, potrebbe essere un passo cruciale per prevenire l’accumulo di grasso viscerale e, di conseguenza, ridurre il rischio di Alzheimer.

Inoltre, la ricerca suggerisce che perdere peso potrebbe non solo ridurre la quantità di grasso viscerale, ma anche migliorare la circolazione cerebrale e abbassare i livelli di amiloide nel cervello. L’adozione di un trattamento mirato che includa modifiche nello stile di vita o l’uso di farmaci per la gestione del peso potrebbe, dunque, non solo ridurre il rischio di Alzheimer, ma anche rallentare o prevenire l’insorgere della malattia.

Un passo verso una diagnosi precoce

Una delle implicazioni più promettenti di questa ricerca è che il legame tra il grasso viscerale e l’Alzheimer potrebbe consentire una diagnosi precoce della malattia, addirittura due decenni prima della comparsa dei primi sintomi. Questo potrebbe aprire nuove opportunità per trattamenti preventivi in persone giovani (40-50 anni), in una fase in cui la malattia potrebbe essere trattata con maggior successo.

In sintesi, la scoperta mette in luce una connessione fondamentale tra obesità viscerale e Alzheimer, suggerendo che modifiche nello stile di vita per ridurre il grasso addominale possano essere uno strumento potente per prevenire questa devastante malattia. Se confermato da ulteriori ricerche, il trattamento precoce della causa, ovvero l’obesità viscerale, potrebbe essere un passo decisivo per combattere l’Alzheimer e migliorare la qualità della vita delle persone a rischio.

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