Come accadde nel 2005 ai funerali di San Giovanni Paolo II, anche questa mattina, sopra la bara di Papa Francesco, le pagine del Vangelo si sono mosse, agitate da un vento leggero che sembrava venire dal cielo stesso. Un gesto semplice, naturale, eppure carico di mistero e di emozione, tanto da dare l’impressione che quelle pagine sacre prendessero vita, come a voler continuare a parlare al cuore dell’umanità. Migliaia di fedeli riuniti in Piazza San Pietro hanno assistito in silenzio a quella scena struggente, mentre 166 delegazioni internazionali rendevano omaggio a un Papa che aveva fatto dell’umiltà, della misericordia e dell’attenzione agli ultimi la bandiera del suo pontificato. Ora il mondo intero guarda al futuro, in attesa di un nuovo Pontefice. Ma il sentimento che attraversa la Chiesa è chiaro: questa fine non deve essere un addio, bensì un nuovo inizio. Un cammino che riparta dallo spirito di Francesco, dal suo Vangelo vissuto, dal suo sogno di una Chiesa povera per i poveri. L’ultimo gesto del vento sulla bara, quel movimento lieve delle pagine, sembra quasi un invito: non fermarsi, non dimenticare, non tradire la strada tracciata. Perché l’eredità di Papa Francesco continui a vivere, non solo nei gesti solenni, ma nella carne viva della Chiesa del domani.