Come in una favola di resistenza e riscatto, il Bari trasforma il campo in un teatro di verità: il cuore batte più forte del pronostico

Nel giorno in cui l’autunno ha sussurrato le prime foglie al vento, il San Nicola ha risposto con un canto di piume e coraggio. Bari-Padova non è stata solo una partita: è stata un’allegoria di volontà contro destino, di radici contro tempesta. Il 2-1 finale è il sigillo di una narrazione che parla di uomini, di scelte, di battiti che non si piegano.
Padova, come un vento del Nord, ha provato a spostare l’equilibrio con un gol al 23’, ma Bari ha risposto come la terra che non si lascia erodere: compatta, viva, pronta. Monconi al 71’, ha infilato il pareggio come chi pianta un seme nella crepa del dubbio. Poi, al 84, Cerri ha elevato il Galletto al cielo, con un colpo di testa che sembrava un messaggio agli dei del calcio.
La partita è diventata parabola: Padova il viandante, Bari il custode. Il pubblico, testimone e protagonista, ha intonato cori che sembravano preghiere laiche. E alla fine, il campo ha parlato: chi crede, chi lotta, chi non si arrende… vola.
Il 4 ottobre 2025 resterà inciso come il giorno in cui Bari ha ricordato a tutti che il vero potere non è nel vento, ma in chi sa piegarlo senza spezzarsi









