Giovedì 6 giugno prossimo si vivrà un momento di gioia e di festa, presso il campetto parrocchiale di Curteri – frazione di Mercato San Severino, in provincia di Salerno: la realtà ecclesiastica di S. Marco a Rota inaugura l’area di preghiera intitolata al beato Carlo Acutis. Un ragazzo infervorato dalla fede, morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante. A breve, ha dichiarato papa Francesco, diventerà anche santo. “Trova Dio e troverai il senso della tua vita” – asseriva il giovanissimo, dotato davvero di una fede intensa. Immensa. È considerato il “protettore” dei ragazzi che utilizzano in maniera degna e corretta il web. L’accostarsi all’eucarestia era considerato, dal beato, come la sua “autostrada per il Cielo”.
Era veramente un giovane solare, un esempio; un modello per tantissimi giovani di oggi. Molto fragili e spaesati. A Carlo Acutis sono attribuiti svariati miracoli. Tra i più recenti, quello che ha visto protagonista una donna di Nocera Superiore.
A quanto pare, il condizionale – in questi casi – è d’obbligo, la signora sarebbe “guarita” da un difetto nella deambulazione proprio nell’apprendere la notizia della canonizzazione del ragazzo. In precedenza, altri episodi di guarigione inspiegabile hanno posto le condizioni per la santificazione del giovane: quello del bambino brasiliano (di sei anni) con problemi al pancreas e quello di una studentessa del Costa Rica – che risiede in Italia – operata per un trauma cranico, a seguito di un incidente.
Si tratta del primo millennial ad essere elevato agli onori degli altari. Il programma della kermesse prevede l’accoglienza al campetto, per le 18.30. Contestualmente ci saranno i ringraziamenti “di rito” e la benedizione dello spazio di preghiera. Alle 19.30 si celebrerà la santa messa. Durante la funzione, celebrata da don Raffaele De Cristofaro, verrà “consegnato” il “mandato” agli animatori del campo estivo 2024. Ancora, si terrà il rinnovo delle “promesse”, per le iscritte al gruppo dell’apostolato della preghiera. Un momento molto denso, dunque. È da notare che la frazione Curteri – assieme a tutte le altre località in cui è “divisa” Mercato San Severino – è molto attiva e propone tante iniziative. Sia dal punto di vista religioso che laico. Particolarmente interessanti quelle ad opera dell’associazione “Luigi e Cecchino Cacciatore” – presente da un paio d’anni a Curteri. Ma vi sono anche altre realtà consimili.
Al termine della celebrazione, ecco la festa comunitaria – con occasioni di agape e di condivisione fraterna. Il tutto è stato voluto dalla parrocchia di S. Marco a Rota (dapprima S. Maria), da don Raffaele e dai suoi collaboratori. E dall’Anspi. L’associazione nazionale S. Paolo Italia, con i suoi oratori e i suoi circoli. Anche a Curteri di Mercato San Severino, lo spazio adiacente alla chiesa e quello al campetto sono gestiti dall’Anspi. E qui si organizzano tanti eventi, sempre costruttivi ed edificanti. “Si rende opportuna un’unione tra il gioco e la preghiera – afferma don Raffaele, che ricopre anche il ruolo di cappellano ospedaliero, presso il vicinissimo nosocomio – sito, appunto, nella frazione. “Secondo lo spirito dell’oratorio” – dichiara. Proprio negli oratori – istituiti da S. Giovanni Bosco e da S. Filippo Neri – sono state educate tante generazioni di ragazzi e ragazze. Occorrerebbe – pertanto – rivalutare queste modalità di formazione e di educazione, per creare riferimenti e valori nella coscienza delle nuove generazioni. Riscoprendo la bellezza dell’essere di Cristo e con Cristo.
Il momento clou dell’iniziativa sarà la proiezione di un videomessaggio, contenente saluti e ringraziamenti, da parte della madre di S. Carlo Acutis: la signora Antonia Salzano. Che ha anche promesso di incontrare la comunità di Curteri e di San Severino, appena giungerà in Campania.
La storia di Acutis è pervasa di segni e di azioni: nato a Londra nel 1991, visse a Milano. Trascorse lunghi periodi ad Assisi, dove si permeò della spiritualità francescana. Colpito dalla leucemia fulminante, che non gli lasciò scampo – dopo appena tre giorni dalla diagnosi o dal ricovero in ospedale – morì il 12 ottobre 2006. Vivendo tutto alla luce della fede e offrendosi in olocausto (come Cristo) per il santo pontefice e per la Chiesa universale. Ha costituito e costituisce un vero esempio, un modello per i ragazzini di oggi. Pare che il suo cadavere – a guisa di tanti altri santi – sia ancora intatto. Egli ha fatto della preghiera e del sacrificio la propria missione, la “mission” di tutta un’esistenza; spesa nell’ottica divina ma con concretezza: egli usava bene le nuove dotazioni tecnologiche, per veicolare i messaggi del Creatore. Suo “vanto” (naturalmente in Cristo) era l’aver usato bene il suo tempo, senza allontanarsi da Dio. Per questo, dal prossimo 12 ottobre – la nascita in Cielo del giovane – la Gerusalemme celeste avrà una stella “canonizzata” in più, nel firmamento.
Oltre a questa manifestazione, per l’estate incipiente i giovani e meno giovani residenti di Curteri hanno ulteriori proposte culturali e di svago. Sia in oratorio, che al campetto di calcio; sia – anche – al centro della località. Dove sorge la sede del sodalizio “Luigi e Cecchino Cacciatore”.
Un plauso a loro, quindi, nonché a don Raffaele. Per l’impegno che profonde verso la “sua” collettività, la famiglia che gli è stata “affidata” dal Signore.
La frazione Curteri è tra i nuclei abitativi più antichi e ancestrali dell’intera Mercato San Severino. Ove si trovano resti delle antiche popolazioni post preistoriche, come i Sanniti e gli Osci. Insiste – sempre nella località – il “rudere”, l’antico bene architettonico (preziosissimo e da valorizzare) di S. Marco o di S. Maria de Rota. Oggetto di restauro, attualmente. L’ospedale ubicato in Curteri era dapprima una villa privata: dimora dei marchesi (filantropi) Imperiale-Corsi. Filippo Imperiale e la figlia Maria la adibirono, poi, a tubercolosario. Infine, divenne ospedale. Negli anni ’80, l’ospedale – rinominato (di recente) “Gaetano Fucito” (un medico sanseverinese che visse in un periodo in cui vi era la peste) – era molto fiorente. Ma lo è rimasto tuttora, sebbene con moltissime criticità. Stigmatizzate dalla stampa locale.
Per quanto concerne, invece, i già citati (fratelli) Luigi e Cecchino Cacciatore, occorre dire che erano galantuomini e personalità distinte, di spicco, nate nel 1900 a San Severino. Proprio nella frazioncina. Furono al fianco dei braccianti e dei lavoratori del XX secolo. Ancor ora sono ricordati come esempi di virtù politiche e umane, morali. L’associazione prende nome dalla piazzetta intitolata a loro, nel 2018.