di Olimpia Fumagalli
Nell’ambito di un’inchiesta condotta dal pm della Dda di Milano, Francesco De Tommasi, emergono nuove e inquietanti intercettazioni che collegano il presidente del Senato, Ignazio La Russa, alle attività di dossieraggio illegale condotte dalla Equalize, l’agenzia di investigazioni guidata da Enrico Pazzali. L’inchiesta ha portato alla luce migliaia di dossier redatti abusivamente, sollevando un’ombra di sospetto anche su figure di primo piano come La Russa.
Intercettazioni e sospetti
Secondo quanto emerso dalle indagini, Pazzali avrebbe richiesto la raccolta di informazioni su La Russa al collaboratore Samuele Calamucci, attualmente agli arresti domiciliari, e al tecnico informatico Samuele Abbadessa, anch’egli tra gli indagati. Le intercettazioni risalgono al 19 maggio 2023, data in cui Pazzali, negli uffici della Equalize in via Pattari, avrebbe esortato i suoi collaboratori a svolgere una ricerca dettagliata sul politico di Fratelli d’Italia.
“Fammene un’altra nel frattempo, Ignazio La Russa!”, è quanto emerge dalle intercettazioni attribuite a Pazzali. Durante la conversazione, il presidente della Fondazione Fiera Milano fornisce anche dettagli precisi per evitare errori di identità, citando la data di nascita di La Russa. Ma la richiesta non si ferma qui: oltre a La Russa, Pazzali vuole informazioni anche su suo figlio, Geronimo La Russa, avvocato e presidente dell’Automobile Club Milano.
Accesso illecito alla banca dati del Ministero dell’Interno
Le intercettazioni svelano un quadro più ampio di un’attività di spionaggio, in cui i soggetti coinvolti avevano accesso illegale allo Sdi, la banca dati interforze del Ministero dell’Interno. Durante la conversazione intercettata, Pazzali e Abbadessa discutono dei risultati della ricerca su La Russa, con quest’ultimo che conferma l’accesso al sistema: “Ignazio La Russa, che continua a venire.. esce arancione”, frase che fa riferimento alla presenza di informazioni pregiudizievoli legate a precedenti giudiziari.
Le implicazioni per la politica e il ruolo di Pazzali
La vicenda ha suscitato scalpore anche per i legami di Pazzali con figure di rilievo della politica italiana. In particolare, emerge una telefonata tra lo stesso Pazzali e Daniela Santanché, in cui viene discussa la possibilità di bloccare un consulente della premier Meloni, definito come “nazista maligno”. Le intercettazioni evidenziano come la rete di contatti e influenze della Equalize potesse estendersi a numerosi settori, sollevando interrogativi sull’uso di queste informazioni e sulla sicurezza dei dati gestiti dalle istituzioni.
Un’inchiesta che continua a espandersi
L’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano sta mettendo in luce un sistema di sorveglianza e raccolta di informazioni che sembra aver toccato diverse sfere della politica e dell’imprenditoria. Le indagini proseguono per determinare l’effettiva estensione della rete di hacking e chi altri possa essere stato oggetto di dossieraggio illegale.