03/07/25 – “Io non lo provo questo dolore per Diogo Jota” dice proprio così Umberto Chiariello a Radio CRC.
E poi continua con il suo collaboratore Marco Giordano dicendo: “Ma a te, in fondo, non te ne fotte un cazzo di Diogo Jota, non sai neanche chi è. Non te ne frega niente. Se non fosse un giocatore del Liverpool, se questo giocasse nella Solbiatese, tu non sapresti neanche che è morto”.
Infelicemente fuori luogo. Insensato, inopportuno, gratuito.
Mentre la SSC Napoli è stata tra le prime a esprimere pubblicamente cordoglio alla famiglia di Diogo Jota e al Liverpool. indegne le par dalla radio partner del club .Triste davvero. Perché qui non si tratta di un calciatore, e nemmeno importa se giocasse nel Liverpool o nella scapoli e ammogliati
Qui sono morti due fratelli, André e Diogo, di 26 e 28 anni. Due ragazzi nel pieno della vita. Due figli che non torneranno più a casa.
Dei genitori li hanno persi entrambi, in un colpo solo. Una tragedia che distruggerebbe qualunque famiglia
Sarebbe stato devastante comunque.
Anche se fossero stati due sconosciuti, anche se non avessero mai dato un calcio ad un pallone
La notorietà cambia solo la visibilità della notizia, non il dolore, non il vuoto, non lo strazio che trovo del tutto umano e spontaneo provare.
E fa ancora più male che certe parole arrivino da uno dei più attivi giornalisti napoletani .
Non è un commento da bar, è un messaggio veicolato su una piattaforma legata ufficialmente alla società.
Il Napoli prenda subito le distanze.
Non si può macchiare di una infamia così gratuita e sensa senso
Ne va della credibilità del club. Ma prima ancora, della sua umanità.