Sta facendo discutere, e non poco, l’ultima installazione dell’artista francese JR apparsa sulla facciata del Duomo di Napoli. L’opera, in bianco e nero, ritrae una serie di volti e situazioni che, secondo molti cittadini e artisti partenopei, ricalcano vecchi e dannosi stereotipi legati alla napoletanità. “Scene che cerchiamo di superare da anni, oggi sono celebrate nel cuore della città, proprio sul nostro Duomo”, afferma un giovane artista locale, visibilmente amareggiato.
La polemica non si concentra sulla qualità estetica o tecnica dell’intervento, ma sulla sua tematica, considerata fuori contesto e offensiva. “Il punto non è l’arte in sé, ma il messaggio che veicola, e soprattutto il fatto che a nessun artista napoletano verrebbe mai permesso qualcosa del genere”, aggiunge un’altra voce dal mondo culturale cittadino.
A far discutere è anche l’iter autorizzativo: l’installazione ha ottenuto il via libera della Soprintendenza e il benestare della Curia, senza che vi sia stata — secondo molti — un’adeguata consultazione pubblica o un confronto con la scena artistica locale. “Ancora una volta – si legge in una nota diffusa da un collettivo di giovani artisti – si apre la porta allo straniero di turno, mentre noi continuiamo a bussare invano”.
Il caso ha già sollevato reazioni politiche e istituzionali: c’è chi chiede chiarimenti alla Soprintendenza e chi propone un regolamento più equo per le opere su spazi pubblici e religiosi di alto valore simbolico. Intanto, l’installazione resta al suo posto, ma l’accoglienza che ha ricevuto solleva interrogativi profondi sul rapporto tra arte, territorio e identità.