giovedì, Gennaio 16, 2025
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Italia in piena “sindrome del galleggiamento”: stipendi bassissimi, giovani depressi o in fuga

di Paolo Cagnoni

Il 58° Rapporto Censis sulla situazione del Paese, presentato oggi al CNEL, fotografa un’Italia che non cresce, ma “galleggia”. Negli ultimi vent’anni, i redditi degli italiani sono calati del 7%, mentre la ricchezza pro capite ha registrato una riduzione del 5,5% solo nell’ultimo decennio. Una tendenza che l’85,5% degli italiani considera ormai irreversibile, con un ascensore sociale fermo e un ceto medio in ritirata.

Anche i segnali economici positivi, come la crescita dell’occupazione, non hanno avuto un impatto significativo sul benessere complessivo, complice una crescita del Pil troppo modesta. L’Italia rimane distante dalla media europea per il tasso di occupazione, con una differenza di 8,9 punti che richiederebbe 3,3 milioni di occupati in più per essere colmata.

 

Giovani in fuga e sofferenza psicologica

La condizione dei giovani rappresenta uno dei dati più allarmanti. Dal 2013 al 2022, circa 352 mila italiani tra i 25 e i 34 anni hanno lasciato il Paese, con una quota crescente di laureati (50,6% nel 2022). Chi resta non è immune da difficoltà: oltre la metà dei giovani (51,8%) riferisce di soffrire di ansia o depressione, un dato significativamente più alto rispetto alle altre fasce d’età.

 

Il 32,7% denuncia attacchi di panico, mentre il 18,3% riporta disturbi alimentari come anoressia e bulimia. Tra i giovani occupati, il 31,7% è laureato, un dato in crescita del 14% dal 2019. Inoltre, il 19,3% dei dirigenti in aziende private e pubbliche ha meno di 40 ann

Patrimoni concentrati e welfare in declino

 

In un Paese con sempre meno nascite, la ricchezza verrà tramandata a un numero ridotto di eredi. Gli anziani e i baby boomers detengono il 58,3% della ricchezza familiare, pronta a essere trasmessa alla parte più fortunata delle nuove generazioni. Nel frattempo, il sistema di Welfare si indebolisce: la spesa sanitaria privata è cresciuta del 23% tra il 2013 e il 2023, superando i 44 miliardi di euro. Il 62,1% degli italiani ha dovuto rinviare cure mediche a causa di liste d’attesa lunghe o costi proibitivi, mentre il 78,5% teme di non poter contare sul servizio pubblico in caso di malattia.

Le pensioni non offrono rassicurazioni: il 75,7% degli italiani ritiene che non riceverà una pensione adeguata, una percezione che tra i giovani sale all’89,8%. Il calo della lettura e della fruizione di informazione online è un ulteriore sintomo del declino culturale. Solo il 30,5% degli italiani legge quotidiani online, in calo del 2,5% rispetto all’anno precedente, mentre i lettori di libri cartacei sono fermi al 45,8%, un dato positivo rispetto al 2022 ma molto lontano dai livelli del 2007.

Un Paese alla ricerca di speranza

Il Rapporto Censis disegna un quadro di un’Italia intrappolata nella “sindrome da galleggiamento”, dove la mancanza di crescita e la percezione di un declino irreversibile rendono difficile immaginare un futuro di riscatto. Le sfide sono molteplici: invertire la fuga dei giovani, ridurre le disuguaglianze, rafforzare il welfare e ricostruire un senso di fiducia collettiva.

 

 

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