martedì, Novembre 11, 2025
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Jessica Julisa Lucatero Aguirre: Il Volto della Catrina tra Vita, Morte e Identità Culturale

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Un dialogo visivo tra Messico e Napoli
Con il suo portamento fiero, la forza dello sguardo e la delicatezza dei gesti, Jessica Julisa Lucatero Aguirre incarna la figura della Catrina nelle immagini che raccontano il rapporto profondo tra Messico e Napoli con la morte.
Originaria di una piccola provincia del Michoacán, Jessica è un esempio concreto di come determinazione, disciplina e visione possano trasformare le origini in una forza internazionale. Dopo un periodo formativo in un’azienda sostenuta dall’esercito, ha incanalato la sua energia diventando istruttrice di CrossFit e autodifesa per donne, con l’obiettivo di trasmettere fiducia e potere personale.
Successivamente ha intrapreso con successo un percorso nel mondo della moda e della conduzione televisiva, distinguendosi per autenticità, eleganza e capacità comunicativa. Oggi viaggia nel mondo esplorando culture, storia e misteri, arricchendo ogni esperienza con la sua curiosità profonda e il desiderio di dare voce alle radici.
Jessica è inoltre una modella che vive in ambito internazionale, apprezzata per la sua capacità di fondere eleganza, carisma e identità culturale in ogni progetto fotografico e artistico.
Nelle fotografie che la ritraggono nei panni della Catrina, Jessica diventa testimonial e simbolo contemporaneo di un’identità culturale che dialoga con il mondo. Il suo volto dipinto non rappresenta solo un personaggio folcloristico, ma una figura viva che unisce passato e presente, spiritualità e forza femminile.
“Le tue origini non definiscono il tuo destino. Ciò che fai della tua storia sì.” — Jessica Julisa Lucatero Aguirre
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Messico: La Festa dei Morti e la Catrina, Due Linguaggi Diversi
Nel Messico, la morte è parte integrante della vita. Ogni anno, tra l’1 e il 2 novembre, si celebra il Día de Muertos, una tradizione ancestrale che trasforma il ricordo dei defunti in un momento di incontro gioioso tra mondi. Le famiglie allestiscono altari (ofrendas) con fotografie, candele, fiori e cibi preferiti dai cari scomparsi, credendo che le anime tornino per una notte a visitarli. Le strade si riempiono di colori, musica e profumi: la morte diventa presenza viva e festosa, non paura.
Accanto a questa celebrazione esiste una figura distinta e molto popolare del secolo scorso: La Catrina. Nata dalle incisioni satiriche di José Guadalupe Posada e resa celebre dai murales di Diego Rivera, Catrina è la rappresentazione elegante e ironica della morte, ma anche della uguaglianza sociale: davanti alla morte, non ci sono classi né privilegi.
Mentre la Festa dei Morti è un rito comunitario e spirituale, Catrina è un personaggio iconico, una maschera culturale che ironizza sulla morte e sulla società, diventando con il tempo simbolo estetico e identitario

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Napoli: Silenzio, Devozione e Anima Collettiva
A Napoli, la morte assume sfumature opposte ma altrettanto profonde. È intima, spirituale e silenziosa. Nei sotterranei della città, soprattutto nel Cimitero delle Fontanelle, per secoli i napoletani hanno instaurato un rapporto personale con i defunti anonimi, le cosiddette “anime pezzentelle”, curando i teschi, pregando per loro e chiedendo protezione.
Qui non ci sono maschere o colori, ma un dialogo sommesso tra vivi e morti. La morte non è rappresentata: è custodita. Non è ironia, ma fede. Non è festa, ma presenza continua e familiare.
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Mario Corona García: Lo Sguardo Dietro l’Obiettivo
Il fotografo Mario Corona García, formatosi tra la Image Factory School e la Photo Vivid Photography School, esplora da anni la dimensione simbolica della morte e delle identità culturali attraverso la fotografia artistica e concettuale. Le sue immagini di Jessica nei panni della Catrina mettono in dialogo due mondi lontani — Messico e Napoli — in un’unica narrazione visiva.

Lizeth Vega Jiménez: L’Arte sul Volto
La truccatrice Lizeth Vega Jiménez, di Morelia, con la sua esperienza nel trucco sociale e artistico, è l’autrice del make-up che trasforma Jessica nella Catrina. Con anni di lavoro tra eventi, passerelle e concorsi, porta avanti con passione la tradizione iconica messicana, rinnovandola con uno stile personale e riconoscibile.

Conclusione: La Morte come Ponte
Messico e Napoli raccontano la morte con linguaggi diversi — uno festoso, l’altro silenzioso — ma condividono la stessa verità: la morte non è fine, ma continuità.
Attraverso la forza interpretativa di Jessica Julisa Lucatero Aguirre, l’occhio fotografico di Mario Corona García e l’arte visiva di Lizeth Vega Jiménez, questi due mondi si incontrano in un racconto potente, dove la morte diventa specchio di cultura, identità e vita.

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