Cos’è la giuggiola? La giuggiola è il frutto prodotto dalla pianta del giuggiolo, il cui nome scientifico è Ziziphus jujuba. Si tratta di un piccolo arbusto di provenienza asiatica, che nel corso dei secoli si è diffuso nei paesi mediterranei e in Italia. Coltivato per i suoi prelibati frutti, ma adatto ad essere coltivato anche come pianta ornamentale, il giuggiolo produce delle drupe ovoidali, con buccia sottile e liscia di color rosso scuro, la cui polpa ha una consistenza compatta e farinosa, dal sapore dolce leggermente acidulo, che ricorda quello della mela.
Le giuggiole si possono consumare fresche subito dopo la raccolta oppure si possono conservare per lungo tempo essiccandole o mettendole sotto spirito; si prestano inoltre per preparare confetture e sciroppi, o come ingrediente per farcire dolci secchi e biscotti. Il frutto del giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale della ricetta di un particolare liquore, conosciuto come “brodo di giuggiole”.
La fama e l’apprezzamento di questa bevanda si diffuse e perdurò nel tempo, tanto che il ‘brodo di giuggiole’ diede origine ad un’espressione metaforica giunta fino a noi. Il detto popolare “andare in brodo di giuggiole” venne pubblicato per la prima volta nel 1612, nel primo vocabolario di lingua italiana scritto dall’Accademia della Crusca, famosa istituzione culturale fondata a Firenze alla fine del Cinquecento. L’intento dell’opera era quello di affermare la lingua fiorentina come lingua superiore a tutti i dialetti presenti nella penisola italiana, codificandone i vocaboli e presentandola come modello per definire un linguaggio comune. Il dizionario fin dalla sua prima edizione, riportava l’espressione proverbiale “andare in brodo di giuggiole”, indicando come significato una situazione estremamente piacevole, in cui è possibile “godere di molto di chichessia”.