Tutti i parenti e gli amici hanno fatto risuonare a lungo il nome di Santo per chiedere giustizia all’esterno del Tribunale dei Minori, sito in viale Colli Aminei, addobbato di striscioni significativi nella giornata dell’udienza di sentenza del giovane Santo Romano, una promessa del calcio giovanile. Non solo la madre Mena De Mare, il figlio Tony e tantissimi parenti tra cui la zia Marica e la nonna di Santo ma anche una cinquantina di ragazzi, alcuni di Casoria (comune di origine della vittima), altri studenti dell’Archimede di Ponticelli, che Santo frequentava, uniti per una sola richiesta giustizia piena per il ragazzo imputato che lo scorso 4 novembre fece fuoco dopo una lite scoppiata in piazza Capasso a San Sebastiano al Vesuvio. La ricostruzione del delitto avvenuto è toccata alla pm Ettore La Ragione, magistrato della Procura guidata dalla procuratrice Patrizia Imperato. Alla lettura della sentenza del gup Umberto Lucarelli, dopo un camera di consiglio, è arrivata la rabbia dei parenti del giovane ucciso perchè la condanna di 18 anni e 8 mesi, per omicidio, tentato omicidio e possesso di armi illegale, suona come una beffa rispetto alla condanna che doveva essere da monito per porre fine a questa rivoluzione della violenza sociale “o grilletto” tra i giovani. La stessa Mena De Mare con il figlio Tony ha espresso tantissima delusione: “La giustizia fallisce e per questo che vi è ancora violenza e morti tra i giovani continuando a delinquere. La giustizia ha fallito di nuovo e non ha considerato che io non avrò più un figlio a vita mentre lui minorenne doveva essere condannato con una pena giusta. La giustizia italiana fa schifo.”
