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LA SECONDA FRANA DI SARNO: LA CONDANNA DELLA CASSAZIONE RISVEGLIA I FANTASMI DEL ’98. È BARATRO FINANZIARIO?

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Era il 5 maggio 1998 quando, dopo giorni di piogge torrenziali, Sarno fu teatro di una delle più gravi tragedie idrogeologiche della storia italiana recente. Un’intensa e prolungata pioggia provocò infatti oltre 140 frane che si abbatterono su diversi comuni, tra cui Quindici, Bracigliano, Siano, San Felice a Cancello e Sarno. Ben 2 milioni di metri cubi di fango e detriti furono riversati sulle strade, sulle strade e -purtroppo- sui civili ignari del dramma che sarebbe accaduto di lì a momenti. Il bilancio fu devastante: 160 vittime, di cui 137 solo a Sarno, centinaia di feriti e migliaia di sfollati. La frazione di Episcopio fu completamente rasa al suolo. Le cause del disastro furono molteplici: la morfologia del territorio, la ridotta copertura vegetale a causa di incendi precedenti, e la mancanza di un’efficace rete di drenaggio delle acque piovane

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Oggi, esattamente a distanza di 27 anni, il Comune di Sarno si trova ad affrontare una nuova emergenza: questa volta di natura economica. La Corte di Cassazione ha definitivamente condannato l’ente, ritenendolo responsabile civile per la tragedia del 1998, imponendo il pagamento di risarcimenti alle vittime. Se da un lato finalmente è stata fatta giustizia per le anime che, quel fatidico giorno, hanno perso ogni cosa, d’altro canto questa sentenza aggrava ulteriormente una situazione finanziaria già precaria, minacciando la stabilità dell’intero bilancio comunale.

Enrico Sirica, consigliere comunale di opposizione e coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, ha espresso profondo timore: “Le preoccupazioni che da mesi solleviamo sono oggi confermate”.

enrico sirica consiglierecomunale sarno fdiDichiara Sirica, sottolineando “il deficit un deficit reale e profondo, legato anche a uno stock di debiti fuori bilancio mai affrontato seriamente” che il territorio sta affrontando.

Adesso la questione dei risarcimenti aggrava tutto: parliamo di cifre enormi, di cui l’ente dovrà farsi carico”.

Ribadisce il consigliere che ha inoltre criticato l’inerzia delle amministrazioni precedenti:La sentenza della Cassazione è un colpo durissimo, ma prevedibile. Chi ha governato finora ha sottovalutato il rischio”.

Attualmente la città si trova in una “una crisi senza precedenti che mette in discussione la tenuta dell’ente stesso”. Nei mesi scorsi Fratelli d’Italia ha cercato di rilanciare l’economia del territorio promuovendo il recupero di aree abbandonate. È ancora vivo il progetto di rivalutare un centro storico –per troppo tempo ‘fantasma’ nel cuore della città– e ‘resuscitare’ le risorse locali, in primis il Mercatino Rionale e il Mercato Ortofrutticolo. Il tutto con lo scopo di riattivare il tessuto commerciale oggi impoverito. Promuovere un piano concreto di recupero urbano ed economico mettendo fine a dieci anni di immobilismo e, al contempo, restituire dignità a una zona strategica della città. È questo che si sta cercando di attuare. 

La tragedia del ’98, con i suoi mostruosi bilanci, è un memoriale indelebile di come l’incuria e l’abbandono urbano possano diventare armi potenti in grado anche di devastare la comunità stessa. Ma paradossalmente, è possibile che diventi proprio la bomba finale che affonderà definitivamente Sarno a distanza di quasi un trentennio?

Per scongiurare tale eventualità, Sirica ribadisce la necessità di Serve un piano: “Adesso occorrono risposte politiche straordinarie ‘vere’. -dichiara- Sarno merita di meglio“.

Se Sarno cadrà sotto il macigno del pluridecennale degrado urbano o riuscirà a risollevarsi dal fango, sarà solo il futuro, con azioni concrete e immediate, a decretalo. 

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