Negli ultimi tempi stiamo assistendo sempre a più casi di violenza giovanile e non possono lasciarci indifferenti perchè forse, anzi lo toglierei, abbiamo lasciato i giovani crescere nel mondo mediatico della tv, del cinema, di internet e dei videogiochi che lanciano molto spesso immagini di violenza senza filtro. Ma la violenza nei giovani è dovuta alla negligenza di noi educatori dei nostri figli nel contesto familiare con inadeguate regole, all’appartenenza a gruppi amicali devianti oppure all’abbandono scolastico. Al giorno d’oggi la violenza assume sempre forme varie e di gravità diversa, originata dalle più disparate e irragionevoli ai nostri occhi, con casi di guerriglie tra di loro e della loro ribellione ai grandi. Non possiamo ignorare che vi sia un vera e propria emergenza educativa con i giovani che non sono riusciti a esprimere la loro identità in questo tessuto sociale sempre orientato all’irreale, un modello di vita non più orientato al dialogo frequente tra genitori e figli ma all’amore smisurato per il denaro e all’ideale del successo pieno. Dovremmo tornare al non vago sentimentalismo che l’educazione è una cosa di cuore per cui noi tutti dovremmo essere più vigili, svegli e attenti alle condizioni profonde dell’esistenza tornando ad ascoltare e purificare le esperienze dei giovani legittimando l’espressione di tutte le emozioni ma non delle azioni inadeguate e inappropriate. Dobbiamo capire che tutto si decide, dunque, nella nostra capacità di accompagnare i giovani per fargli scoprire il meglio di loro stessi e il senso dell’avventura umana, nel fascio delle contraddizioni laceranti e nella ricerca di un difficile orizzonte di senso. Educhiamo con l’esempio, nel principio del rispetto, dell’affettività e al riconoscimento delle emozioni, partendo dalla famiglia per fare rete con la scuola.