Fino a quando scrittori, filosofi, storici, uomini di pensiero, intellettuali, e, sulla scorta delle loro intuizioni, gli appartenenti alla gente comune non riusciranno di capire le ragioni profonde dell’evidente declino della cosiddetta “civiltà Occidentale”, non vi saranno motivi di speranza per un arresto del processo di disgregazione in atto nella parte ovest del globo.
Lo aveva già intuito Virgilio nelle Georgiche (II,489): Felix qui potuit rerum cognoscere causas (fortunato colui che ha potuto conoscere le cause delle cose) e il suo insegnamento non dovrebbe essere trascurato oggi che la locuzione è divenuta il motto della London School of Economics and Political Science, iscritto nel suo simbolo.
Il mio personale contributo alla ricerca delle cause (cognitio rei per causas)l’ho dato e ripetuto fino alla noia: è la crisi delle cinque componenti della cultura occidentale a costituire la “causa unica” del tramonto dell’Occidente (anche se preconizzato, con motivazioni diverse, da Oswald Spengler).
Vediamo queste componenti una per una, anche se tre di esse di natura religiosa si riassumono nella dizione unica di “monoteismo mediorientale” e le due, di natura filosofica, nella denominazione di “idealismo tedesco di fine Ottocento”…
A) L’ebraismo – La risposta di Israele all’attacco islamico di Hamas ne ha messo in luce, senza tema si smentita, una ferocia del tutto incompatibile con il rispetto dei diritti umani: i massacri compiuti a Gaza e minacciati per Rafah hanno sollevato indignazione nell’Organizzazione delle Nazioni Unite e un moto di repulsa nelle comunità mondiale anche non istituzionalizzata.
B) L’Islamismo – Le gole sgozzate in diretta televisiva, i numerosi attentati con le tante morti di persone innocenti e indifese, gli eccidi compiuti in varie parti del mondo non mettono in luce diversa da quella sopra citata (sub A) la crudeltà dell’altra componente dell’idea religiosa monoteistica mediorientale.
C) Il Cristianesimo, cattolico e protestante. La voce pacifista di Francesco, Pontefice della Chiesa cattolica, è andata contro-corrente ma non è stata sufficiente per contro-bilanciare, smentendoli con prove alla mano, gli interessi dello IOR nell’industria delle armi, in perfetta intesa con il sistema creditizio di Wall Street, giudaico e protestante.
D) Il Nazi-Fascismo – E’ la prima componente per così dire “laica” del pensiero Occidentale, ispirata all’ idealismo post platonico della Germania di fine Ottocento. I suoi misfatti sono noti al mondo intero ma sono stati ampiamente messi in sordina dalla conversione filo-statunitense dei suoi più recenti seguaci.
E) Il social-comunismo – E’ la seconda componente hegeliana del pensiero filosofico teutonico ed i suoi misfatti sono altrettanto noti come quelli del fascismo. E come i fascisti, essi dopo il crollo dell’Unione Sovietica, sono andati a Canossa per farsi perdonare dagli americani ottenendo “grazia”.
Sin qui le componenti attive del pensiero Occidentale (pensiero si fa solo per dire, perché si tratta di “credenze”): ora bisogna dire della assenza:
L’Idea liberale.
Essa, in Occidente, è morta con i Presocratici e con i Sofisti per mano di un killer ben rinomato, Platone, autoritario e assolutista. Ha tentato di rinascere con l’Inghilterra di John Locke e degli empiristi britannici ma è stata soffocata in culla dal puritanesimo anglicano-calvinista. Hanno tentato di contrabbandarla come tale i liberali europei della stessa scuola teutonica tedesca al solo fine di “mascherare e nascondere” le punte estreme dalla destra e della sinistra hegeliana. Il tentativo deve ritenersi clamorosamente fallito.
In conclusione: la cosiddetta cultura Occidentale è rimasta solo un coacervo di credenze utopiche (religiose e politiche) mai realizzate e da considerare (dopo due millenni di inutili tentativi) irrealizzabili. Essa continua a essere esaltata da interessati e corrotti uomini politici per favorire, da servi, l’imperialismo e il colonialismo anglosassone.
Una massa fattasi convincere del suo bisogno di “credere senza pensare” non s’avvede della sua precipitosa caduta anche se pochi autori di immagini audiovisive, fotoreporter e documentaristi cine televisivi tentano di avallare l’idea del tramonto con immagini di città devastate, distrutte da missili, bombe, carri armati, aerei da bombardamento; popolazioni inermi, con un numero impressionante di bambini, trucidate a colpi di mitra, fucili, pistole, bombe a mano (e dove la guerra non infuria piazze sconvolte da scontri tra giovani e maturi dimostranti, da una parte, e polizia, dall’altra, campus universitari occupati manu militari).
La retorica della “libertà” e della “democrazia” Occidentale si infrange clamorosamente sulle facce di Biden, con i suoi occhi a spillo di rara crudeltà, e di Netanyau, con le grandi orecchie a sventola (da falso, bonario Dumbo), e non convince certamente di più con quella di Zelensky (con le sue simpatie neo-naziste per il battaglioni Azov) o di Macron (novello Vercingetorige dai furori gallici e dimentico della bolla di sapone della “mitica” linea Maginot).