In situazioni del genere di quelle attuali, gli Italiani e quanti hanno un minimo di conoscenza degli scrittori quasi contemporanei, coglieranno al volo l’occasione per poter
riprendere un comportamento di cui scrisse Ennio Flaiano. Era questi un personaggio multiforme della letteratura italiana che teneva a debita distanza i suoi aspiranti colleghi legati a doppio filo con l’Italietta degli anni ’50. Commentando uno tra i primi episodi di malcostume della Repubblica appena svezzata, così si rivolse a quanti seguivano la sua attività: “la situazione è tragica ma non seria”. Andando al dunque, si apprende che Trump, “basta la parola”, come concludeva una vecchia pubblicità televisiva, non finisce di stupire con effetti più che speciali. Gli stessi che sono addirittura propri di quel personaggio che si comporta da castigatutti di un vecchio film western. Quindi del tipo meno avvezzo all’uso del mondo, ponendosi al di là del range delle BRA, braccia rubate all’ agricoltura. Il “Biondo”, passando dalle parole ai fatti, ha cosi dato il via libera, la sera per il mattino seguente, alle Dogane USA di applicare pesanti dazi a molti prodotti europei. Per la precisione sarebbe meglio definire quella tipologia di pressione fiscale con il termine più proprio di balzello, ovvero tassa iniqua che affonda le sue origini nell’ Europa centrale del Medio Evo. Un dazio delle dimensioni del 200%, è lo stesso appena introdotto dall”Uomo di Washington, primate sopravvissuto per uno scherzo del destino, al vino proveniente dalla UE. Con minor approssimazione quello prodotto in prevalenza da Italia, Francia e Spagna, rivenduto su quella piazza strategica. Appetita particolarmente dai produttori del Vecchio Continente, essa è stata fino a ora il più Importante sbocc per volumi e valore di quel prodotto. Quella percussione fiscale dimostra quanto gretto nonchè grezzo sia il modo di governare del personaggio da Opera dei Pupi in trasferta e quale sia la sua conoscenza dell” Economia Politica e delle Scienze delle Finanze. Un esempio, anche se tirato per i capelli, della non attualità dei dazi può essere ritrovato nella riforma fiscale effettuata dal Governo Italiano agli inizi degli anni ’70. Essa riguardò in particolare le imposte indirette, quelle che operano un prelievo dal reddito nel corso della sua formazione. Fù così che l’ IVA, imposta sul valore aggiunto sostituì l’IGE, imposta generale sulle entrate. Insieme a quest’ultima, furono ridimensionati diversi tipi di dazi. Il comportamento del Donald nazionale è paragonabile a un tuffo nel sistema fiscale degli anni in cui il Congresso completò l’operazione “E pluribus unum”, cioé ultimò la costruzione degli USA, la Confederazione degli Stati che compongono l’ America insieme a altri aggiuntisi alcuni anni più tardi. C’è una sola ipotesi che può indurre a pensare che “il fanciullo del West al contrario” non si sia attribuito da solo le varie qualifiche, tutte negative, che accompagnano il suo nome. Si riferisce alla probabile necessità che l’erario a Stelle e Strisce debba far cassa. A mali estremi, rimedi estremi, si potrebbe commentate. Altri potrebbero aggiungere, probabilmente, che il mondo
è arrivato vicino a uno dei tanti traguardi previsti sul suo cammino, questa volta negativo, che accompagnano la sua lunga esistenza. Si tratta dell’ impossibilitá di reperire, dopo il creditore di ultima istanza, quello di ultimissima con cui indebitarsi. Soccorre ancora una volta il vademecum degli agricoltori: “si puo’ prestare pane solo a chi ha farina (a far da garanzia”. Al momento quel prodotto scarseggia dovunque.