Dopo vari incontri di quanti decidono nella sala comandi della UE, per la precisione della BCE, c’e stato il varo di un primo e a lungo atteso taglio del tasso dell’euro. Ora sembra che finalmente quanti dovrebbero far si che il Paese funzioni, abbiano preso sul serio, o almeno dicono di volerlo fare, le indicazioni fornite da qualificati professionisti di diversa estrazione, per trasformare quelle conclusioni da risultati di studio a realizzazioni concrete. Gli interventi che reclamano la precedenza della posa della prima pietra, anche quando la stessa è da intendersi solo in senso figurato, sono tanti e tutti pressanti. Tale circostanza rende più arduo il compito di chi deve decidere le scelte da fare in base alla loro priorità. Prima ancora di poter dare il via libera a questa importante operazione, è indispenzabile creare le condizioni pregiudiziali che lo permettano. Esse consistono per la maggior parte nel reperimento della scorta finanziaria. La stessa, come appena accennato, è da considersi di straordinaria amministrazione e non è possibile far finta di ignorare tutte le problematiche che tale tipo di far cassa comporta. Il motivo è facilmente individuabile, perchè rientra tra i fondamenti dell’attività creditizia, senza eccezioni di sorta: il merito creditizio. Definito in maniera comprensibile per tutti, esso è uno degli indicatori delle probabilità che chi ha ricevuto una somma in prestito, alla scadenza pattuita sarà in grado di restituire al concedente la somma pattuita comprensiva di capitale e interessi. Non è il solo indicatore a condizionare quel tipo di operazioni. Sono da aggiungere la stabilità politica e quella sociale, soprattutto se chi chiede denaro in prestito è un soggetto pubblico. Al momento il Paese non è in possesso di tali requisiti, quindi è doveroso evidenziarlo. Sempreché il richiedente riesca a trovare chi o quanti siano disposti a prestare loro denaro o a far credito di altro genere (mercantile e altre forme del genere). Sapendo anche di dover pagare più caro il suo servizio. Se non bastasse, contribuisce a rendere pressochè arduo il tentativo del Paese di approvvigionarsi di finanza straordinaria l’impegno a rispettare i vincoli di bilancio concordati con la UE.Quanto appena riportato non vuole essere la constatazione che l’Italia, messa alle corde dall”eccessivo indebitamento, non possa riuscire a venir fuori dalla palude del debito. Fin qui si è considerato il risultato di un certo modo di gestire la Cosa Pubblica da tempi non lontani. È altrettanto importante risalire alle cause che hanno determinato tale comportamento. Solo per evitare la possibilità di fare confusione, è necessario ribadire che, a completare lo stato di disordine in cui già da tempo versavano i conti pubblici italiani e non solo, sono stati i vari eventi negativi che hanno aggredito il Pianeta a partire dalla fine del primo decennio del secolo. Ultimi, solo in ordine di tempo, la pandemia e i conflitti. Non è credibile che tutto ciò non sia stato interpretato in maniera corretta da chi sarebbe dovuto intervenire per tempo. Il riferimento va alle varie autorità che presiedono e regolano le attività economiche e finanziarie del Paese. Quanto è mancato in Occidente in genere e in Italia in specie è stato il crollo di ampie proporzioni della produttività e, di conseguenza del PIL. Va inoltre affiancato a esso un considerevole incremento dell’attività finanziaria in senso stretto che, è noto, non crea ricchezza. Di contro alimenta la speculazione e quindi la rendita il più delle volte improduttiva. Al punto in cui è attestata oggi la situazione abbozzata, anche nel resto della UE e altrove, risulta conditio sine qua non per mettere in piedi un protocollo che consenta di approvvigionarsi di denaro fresco. Diversi maitres à penser, primi tra tutti il Professor Draghi e il Governatore della Banca d’Italia Panetta, hanno suggerito a quelli che operano a Bruxeless e a Francoforte di valutare, seriamente e in fretta, l’opportunità di emettere titoli da parte della Ue, obbligata pertanto direttamente con chi li compra. Tale manovra si colloca al fianco di altri strumenti da realizzare di stretta competenza del condominio Casa Comune, quali il settore della Difesa, della Giustizia, del Credito e del regolamento tecnico e giuridico di quest’ ultimo. Uno dei primi compiti del Parlamento Europeo da poco eletto dovrà essere senz’altro questo. In caso contrario sarà stata una falsa partenza.