L’Europa bacchetta nuovamente Giorgia Meloni. È uscito infatti un dettagliato report sull’Italia e le condizioni della libertà di stampa a cura del consorzio Mfrr (Media freedom rapid response), co-finanziato dall’Unione europea. Il titolo dato al dossier italiano, della lunghezza di 28 pagine, non lascia spazio a troppi dubbi: “Silenziare il quarto potere, la deriva democratica dell’Italia”. Lo studio verrà presentato online nel pomeriggio di lunedì 29 luglio.
“La crescente attenzione da parte di media nazionali e internazionali sul declino della libertà dei media in Italia ha sollevato preoccupazioni a Bruxelles e non solo. – si legge nel report – Tuttavia, il governo italiano non ha ancora dimostrato il proprio impegno nell’affrontare il problema. L’atteggiamento complessivo dei membri della coalizione di governo nei confronti dei professionisti dei media testimonia una deriva che non prende in considerazione l’interesse pubblico e il pluralismo nonché una mancanza di considerazione per la giurisprudenza della Corte di Strasburgo e la sua interpretazione dell’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.
Il documento che inchioda il governo Meloni
“Da quando la coalizione di estrema destra guidata da Giorgia Meloni è entrata in carica nell’ottobre 2022, la libertà di stampa è stata sottoposta a una crescente pressione, con attacchi senza precedenti e violazioni spesso fatte partire da esponenti politici nel tentativo di marginalizzare e silenziare le voci critiche”, si legge ancora nel documento.
Insomma, questa l’accusa all’Italia, nel periodo ottobre 2022-giugno 2024, con la destra meloniana al governo, il numero degli ‘incidenti’ e delle minacce (verbali, legali, censorie, fisiche) che hanno coinvolto giornalisti e cronisti è stato di 193. Nei 22 mesi precedenti erano stati invece 75. Dei 193 casi, 54 sono arrivati su diretta indicazione di esponenti politici. L’elenco degli annunci di querele comprende quella di Matteo Salvini contro Roberto Saviano, di Claudio Durigon contro il Domani, di Adolfo Urso contro Report, di Daniela Santanchè sempre contro Report, di Giorgia Meloni, la sorella e il cognato ministro contro il Fatto Quotidiano, di Ignazio La Russa contro Report, sempre della Meloni contro Saviano, di Giancarlo Giorgetti contro Report e altre ancora.