martedì, Novembre 11, 2025
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L’Italia pronta ad allestire ospedali da campo e prefabbricati per Gaza: un piano umanitario su larga scala.

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In risposta alla drammatica crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, il governo italiano ha annunciato un piano d’intervento articolato e multisettoriale, che prevede l’allestimento di ospedali da campo, strutture prefabbricate per le famiglie sfollate e un massiccio invio di aiuti alimentari e sanitari. Durante una riunione operativa a Palazzo Chigi, presieduta dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stato delineato il primo schema d’azione.

Tra le misure più urgenti:

– Installazione di ospedali da campo per garantire cure mediche immediate
– Costruzione di unità abitative prefabbricate per le famiglie rimaste senza casa
– Invio di medicinali, attrezzature sanitarie e personale medico in coordinamento con la Protezione Civile e la Croce Rossa.

Il piano è stato definito come “realizzabile nel breve termine” e mira a rispondere alle necessità primarie della popolazione palestinese, duramente colpita dal conflitto. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di numerosi ministeri, tra cui Salute, Agricoltura, Università, Disabilità e Affari Regionali, oltre ai vertici dell’intelligence e della Protezione Civile. È stato inoltre confermato il ruolo dell’ambasciatore Bruno Archi come inviato speciale della Farnesina per Gaza, incaricato di gestire la presenza italiana sul territorio e coordinare gli interventi umanitari.

Oltre agli interventi sanitari e abitativi, il piano italiano include:

– L’invio di 100 tonnellate di beni alimentari raccolti grazie al contributo delle principali realtà del sistema Italia
– Progetti di formazione e istruzione, tra cui la creazione di un ateneo nella Striscia per rafforzare le istituzioni locali e la futura classe dirigente. L’Italia si propone non solo come fornitore di aiuti, ma come attore strategico nella ricostruzione post-bellica di Gaza. Il piano è parte di una più ampia iniziativa europea, che include anche la riattivazione della missione EUBAM al valico di Rafah e il rafforzamento della presenza diplomatica e militare con l’approvazione dell’ONU.

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