Il Regno Unito e moltitudini di spettatori sparsi per il pianeta dicono addio a Maggie Smith, attrice iconica, protagonista d’interpretazioni memorabili in più di 70 anni sulle scene, morta 89enne in un ospedale di Londra. “È con grande tristezza che dobbiamo annunciare la morte di Dame Maggie Smith”, ha scritto la famiglia nel rendere pubblica la notizia, ricordando il titolo di “dame“, frutto della decorazione a cavaliere dell’ordine dell’Impero britannico concessole a suo tempo dalla regina Elisabetta II.
Maggie Smith avviò la sua carriera negli anni ‘50 sul palcoscenico dell’Oxford Playhouse Theatre come interprete shakespeariana, per poi passare al cinema con grande successo, testimoniato dai due premi Oscar ricevuti nel 1970 come migliore attrice protagonista per La strana voglia di Jean di Ronald Neame e come non protagonista accanto a Michael Caine in California Suite di Herbert Ross (1979). In età matura ha avuto popolarità globale grazie alla saga di Harry Potter e alla serie televisiva cult Downton Abbey.
Due Oscar, tre Golden Globes, quattro Emmy Awards, otto Bafta e un Tony per il palcoscenico, di cui era una delle massime esponenti nel Regno Unito e nel mondo. Margaret Natalie Smith, per tutti Maggie Smith, è scomparsa alla soglia dei novant’anni. Fece il suo debutto come attrice televisiva nel 1955, e ottenne il primo ruolo da protagonista nel film Senza domani di Seth Holt, attirando l’attenzione di molti registi cinematografici. Negli anni successivi le vennero offerti principalmente ruoli secondari ma piuttosto memorabili. Il primo ruolo a valerle una candidatura all’Oscar come migliore attrice non protagonista fu quello di Desdemona in Otello (1965), al fianco di Laurence Olivier.
Il suo incredibile talento – che le guadagnò il titolo di Dame dalla regina Elisabetta nel 1990 – non la trattenne dal partecipare a produzioni anche molto popolari, come la serie tv e radio Talking Heads, l’animato Gnomeo e Giulietta e il film The Best Exotic Marigold Hotel, ma soprattutto la celebre saga di Harry Potter, cui lavorò per undici anni (anche durante la chemioterapia contro il tumore al seno trovatole a 74 anni), e l’epopea del piccolo schermo Downton Abbey, per cui (di quattro candidature) vinse due Emmy. Ultimo trionfo era stato l’irriverente e memorabile The Lady in the Van, tratto dalle memorie di Alan Bennett sulla donna senzatetto che viveva dentro un furgoncino posteggiato nel suo vialetto.