MARIA TERESA LIUZZO: ” E ADESSO PARLO! ”
L’OCCHIO DELLA SCRITTRICE E’ IMPLACABILE SUI MALI E LE POVERTA’ DEL XXI SECOLO: VIOLENZE INAUDITE, SCHIAVITU’, PERVERSIONI
Di ENZA SANNA (Docente – Poetessa – Scrittrice – Saggista – Critico letterario)
Abbiamo letto tutto d’un fiato il romanzo intricato e intricante. Premesso che i romanzi non si raccontano, si leggono, queste nostre brevi annotazioni vogliono essere anche un invito alla lettura, perché chi legge diventa coautore con lo scrittore e il critico. Il romanzo è dedicato ”in maniera particolare ed esclusiva”, scrive l’autrice, al figlio Davide, cui deve la sua resurrezione spirituale. Romanzo d’esordio avvolto in una particolare sfumatura di rosso ”in tutta la sua gamma semantica ed esistenziale, oltre che religiosa”, scrive il relatore, si snoda lungo tredici capitoli, con un’ampia prefazione a cura di Mauro Decastelli. Per quanto ci riguarda, abbiamo ripreso il testo a distanza di tempo, perché quella prima lettura, che ci ha lasciati stupiti e scioccati, aveva ferito il qualche modo la nostra sensibilità, conoscendo l’autrice sotto altro cielo, e ci aveva aperto a un mondo che non conoscevamo così crudele, tanto da suscitare alcune domande, la prima soprattutto: quanto è nell’autrice, psicologicamente e per esperienza di vita, della protagonista del romanzo? La stessa che ci siamo posti a suo tempo analizzando l’opera di Dario Argento. Colpisce anche l’asprezza del titolo nella sua dirompente ” aggressività”. Ma l’autrice ha il dono di immergere il lettore nella pagina grazie alla fluidità di un linguaggio chiaro e accattivante, in virtù di colpi di scena che creano un’atmosfera di suspense. Romanzo di fantasia? In parte, certo. Ma ci chiediamo quanto abbiano influito la conoscenza e l’esperienza dell’autrice. Scrive Mario Pomilio ”un romanzo è sempre autobiografia del profondo…”. Dunque si è sempre in debito con la realtà, perché realtà e fantasia si intersecano in una commistione inevitabile. Romanzo giallo, nero, rosa? Romanzo che ingloba tutte le letture. Certo romanzo di sconvolgente attualità in un mondo globalizzato, dove il Male imperversa. Nel terzo millennio tecnologizzato, al progresso materiale e scientifico fa da contralto il regresso delle coscienze. L’occhio della scrittrice è implacabile sui mali e le povertà del XXI secolo: violenze inaudite, schiavitù, perversioni. Metamorfosi nei volti che nascondono il deserto dell’anima. persino il sentimento materno induce ad azioni criminali e cede a compromessi inaccettabili. Composita e complessa la psicologia dei personaggi e l’autrice affonda il bisturi nei mille volti dell’anima, nell’ipocrisia, nel disamore, nell’odio, nella vendetta. Il senso della misura letteralmente spazzato via dal capovolgimento dei valori. Ma quanto della scrittrice è in Mary, considerato che pirandellianamente niente e nessuno è come appare, perché una nessuna centomila metamorfosi si affermano nel volto e nell’anima. Atmosfere e personaggi si avvicendano nel narrato: profili psicologici di donne vittime e carnefici a un tempo, figure maschili ambigue nella quiescenza a tradimenti e compromessi. La categoria del doppio attraversa uomini e donne in pari misura. L’infelicità, il tormento, il dubbio: destino comune. L’autrice indaga con fine penetrazione psicologica nei meandri delle coscienze, nell’abisso del cuore umano. E ci chiediamo: la visione amara realistica dell’esistenza e della storia quale reazione provocherà nel lettore? Comunque le parole del libro sono sempre da privilegiare alle parole sul libro. Nell’esprimere queste brevi noti sul romanzo (non da critico, anche perché questo è già stato fatto ampiamente da chi meglio e più di noi sa analizzare i testi). La nostra interpretazione, anche per noi come già per altri, non può prescindere dalla conoscenza dell’opera in versi di questa splendida poetessa, che tale comunque è e rimane, come testimoniano le molte immagini poetiche che caratterizzano lo stile di tutto il romanzo. A dimostrazione di questo, se ve ne fosse ancora bisogno, ci piace concludere questa breve esegesi, citando l’incipit di una lirica bellissima che ci ha particolarmente coinvolto e commosso, legandoci ancor più fortemente all’autrice: ”A volte penso cose farai…”.
Enza Sanna